Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
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66. XIV Ad Elio Lamia

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66. XIV
Ad Elio Lamia

[DA ORAZIO]

Venti procaci, via lunge a ’l Cretico

mare sbalzate cure e tristizie!

io caro a le dive Camene

l’atra torma la confido a voi.

Io quali genti de ’l Re de’ gelidi

immensi piani di Scizia tremino,

qual guerra atterrisca Tridate

in ver di sapere non mi curo.

Dolce Pimplea, che godi i limpidi

fonti fluenti, tu pel mio Lamia

intreccia i più vividi fiori,

pel mio Lamia una corona intreccia!

Nulla i miei carmi senza te valgono;

sacrar costui col plettro lesbio

su corde intentate conviene

a te, Musa, ed a le tue sorelle.



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