Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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68. XVI Per Gliceria

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68. XVI
Per Gliceria

[DA ORAZIO]

La madre di Cupidine,

e il roseo figlio de la bella Sèmele

e le molli lascivie

mi fanno a’ primi amor rivolger l’anima.

M’incende di Gliceria

la beltà bianca più de ’l marmo pario,

e la grata protervia,

e il dolce volto che i desii risveglia…

Abbandonò Afròdite

Cipri beata e de ’l suo ardor ricinsemi,

né vuol ch’io cantil bèllico

Scita e i fuggenti Parti ’n su gli alipedi,

né che l’arguta cìtara

abbia altre corde che d’amor non vibrino…

O giovinetti, alzatemi

qui un verde cespite: portate olibani:

mirti cogliete e lauri:

spumeggil vin ne la fulgente patera…

Compito il sacrifizio,

più mite a noi si mostrerà Gliceria.


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