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68. XVI
Per Gliceria
[DA ORAZIO]
e il roseo figlio de la bella Sèmele
mi fanno a’ primi amor rivolger l’anima.
la beltà bianca più de ’l marmo pario,
e il dolce volto che i desii risveglia…
Cipri beata e de ’l suo ardor ricinsemi,
né vuol ch’io canti ’l bèllico
Scita e i fuggenti Parti ’n su gli alipedi,
abbia altre corde che d’amor non vibrino…
qui un verde cespite: portate olibani:
spumeggi ’l vin ne la fulgente patera…
Compito il sacrifizio,
più mite a noi si mostrerà Gliceria.