Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Primo vere
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71. XIX Per Plozio Numida

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71. XIX
Per Plozio Numida

[DA ORAZIO]

Con cetre e con olibani

e col debito sangue d’una vittima

giova placare i Superi

custodi di Numida; il qual da l’ultima

ispania terra incolume

baci or dispensa a i cari: a niun più fervidi

che a ’l dolce Lamia, memore

de gli anni primi che in amor passarono

e de l’età consimile.

Or tra’ felici questo giorno ascrivasi,

né si risparmi l’anfora,

né, a mo’ de’ Salii, allegre danze manchino,

Dàmale ne ’l bevere

superi Basso con ricolme amìstidi,

manchino a ’l convivio

le rose e l’appio verde e il breve giglio…

Tutti porran su Dàmale

il turpe sguardo: né da ’l novo adultero

si scioglierà la femmina

a lui più stretta che flessibil edera.


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