Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Solus ad solam
Lettura del testo

• 19 settembre – sabato.

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

19 settembresabato.

Mi giunge dalla montagna un canestro di ciclamini.

Ieri nella casa del dottore vidi qualche bel libro. Egli ama i bei libri. Gli mando un volume oltremirabile: l'Anatomia di Leonardo nell'edizione del Piumati. È commosso del dono. Credo di avere in lui un amico. Lo sento inquieto per il mio abbattimento.

Il padre della malata è partito. È giunto – a far l'officio di guardiano – il fratello taciturno.

Nel desiderio di costoro è la riconciliazione col marito. Certo il padre è partito per fare le pratiche efficaci.

La povera reclusa ripete di continuo le medesime cose: la rovina, la congiura.

Cerco di aprire bene gli occhi e di guardar bene in faccia la realtà, per distaccarmi, per guarire. Ma, se imagino di sentire il sapore del suo respiro, la volontà si dissolve come vapore. Se imagino di tenere nel cavo della mia mano il fiore del suo respiro, il proposito cade a terra come un frutto disseccato.

Ancóra due giorni d'estate! Fra due giorni l'equinozio d'autunno!

In una notte così bella non darò io un segno del mio amore che resiste a tutte le ferite e a tutti i veleni?

Sarà l'ultima offerta, la più ricca. Prendo quanti mazzi di ciclamini possono contenere le due braccia e vado a deporli vanamente sul davanzale.


«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2013 EuloTech SRL