Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Solus ad solam
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• 2 ottobre – venerdì.

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2 ottobrevenerdì.

Giornata arida. Anche la terra soffre di siccità. Ho cavalcato tra nuvoli di polvere, sotto il vento. Le foglie morte vólano e strìdono. Le vigne sono già spogliate e appassite. Le olive s'anneriscono. Non v'è filo d'erba che non sia riarso. Le strade sono durissime allo zòccolo del cavallo.

L'inerzia lenta è imposta non soltanto al mio spirito, ma al mio corpo.

Ho la smania dell'esercizio fisico. Vorrei galoppare finché non mi scoppiasse il cavallo, saltare ostacoli, superare impedimenti pericolosi, andare andare andare per un paese vario e infinito come l'Agro romano.

E son costretto a cavalcare per strade chiuse fra due muri, vedendo di tratto in tratto un lembo di terreno coltivato!

Il muro è da per tutto. Anche il dottore è stanco e scorato. L'inferma si agita sempre nel medesimo cerchio, nella medesima angustia.

Tutto è spento, tutto è opaco, senza bellezza, senza nobiltà, senza il più sottile raggio di luce.


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