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Col titolo «Contro uno e contro tutti» fu già impressa una prima raccolta dei discorsi pronunziati alla ringhiera romana e delle invettive stampate in un foglio di parte nazionale, tra la primavera e l’estate del 1919, quando il Comandante della Squadra di San Marco preparava il lungo volo verso l’Estremo Oriente e la rivendicazione armata di Fiume «porta d’Oriente», fedele al suo motto guerresco di aviatore e di fante e di marinaio: donec ad metam.
Quella edizione, fatta d’impeto nel periodo più travaglioso della gesta fiumana e dell’errore italiano, apparve incompiuta ed ebbe per dure necessità un ristretto numero di esemplari. Ci sembra che giovi oggi rinnovarla nel ricordo dei giovani ardenti e compirla con la giunta dei discorsi e dei messaggi che, nelle loro date quasi fatali, dal luglio giungono fino al mattino della dipartita: fino a quel giorno Undici che la superstizione del corsaro di Buccari credeva fausto e tuttora crede.
Anche giova includere la Lettera ai Dalmati che porta la data del 15 gennaio 1919; e quella arditissima apologia stampata arditamente in Parigi dall’editore Bernard Grasset nel marzo del medesimo anno – Aveux de l’Ingrat.
Così questa novissima raccolta – vero Libro primo della Penultima ventura –, con le parole stesse del Cristiano o meglio dell’Italiano instruito nella sua legge, può esser definita «un memoriale della passione».
Et ait illis: – secondo Luca – Quid dormitis? Surgite.