Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'urna inesausta
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VERSO LA PUGLIA PIANA

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VERSO LA PUGLIA PIANA

Mio caro Giovanni Sereno,

il giuramento di fedeltà, che tu hai voluto fare alla causa della nostra Fiume, mi commuove più d’ogni altro. Penso che tutta la Puglia, distesa lungo l’Adriatico, debba oggi essere giurata con noi combattenti. E mi si rinnova il ricordo della bella terra piana quale io la vidi volando dall’Appennino verso quella Gioia del Colle che, dopo l’impresa di Cattaro, chiamammo Gioia della Vittoria.

Conosco la prodezza dei soldati pugliesi, gente di pianura abituata a fronteggiare di piè fermo l’avversario, fiore della fanteria d’Italia. So con quanto sangue e con quanto patimento la gente vostra abbia testimoniato la fede alla Patria eterna.

È oggi necessario testimoniare questa fede con un vigore e con un ardore non menomati, anzi moltiplicati.

Sono con voi, sarò con voi. A ogni appello virile risponderò. Se l’ombra della mia ala non scorre più sul piano gemmato di città bianche, il mio spirito è presente e vigile tuttavia.

Contate su me, ora e sempre. La riconoscenza dell’ospite accresce la devozione del «fratello adriatico».

Mio caro amico e compagno fiumano, reca laggiù il mio saluto e il mio vóto.

Come dissi ieri ai miei Arditi, ora comincia il bello.

Siate pronti e implacabili.

Fiume d’Italia, 9 ottobre 1919.

Gabriele d’Annunzio


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