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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Noi appiè sottoscritti Censori, e Deputati, riveduta a forma della Legge prescritta dalla Generale adunanza dell’Anno 1705 un’operetta del Signor Cavaliere Gabriele d’Annunzio, intitolata «La Vita di Cola di Rienzo», non abbiamo in essa osservati errori di lingua.
L’Inciscrannato – L’Inarcocchiato
Censori dell’Accademia della Crusca
L’Incancherito – L’Incapocchito
Attesa la sopraddetta relazione, si dà facoltà al Signor Cavaliere Gabriele d’Annunzio di potersi nominare nella pubblicazione di detta sua operetta Candidato perpetuo della Crusca e cognominare in conseguenza Lo Immaturo.
Il Signor Filippo Pieruzzi Canonico della Metropolitana Fiorentina si compiaccia di leggere con la sua solita attenzione la presente operetta intitolata «Vita di Cola di Rienzo descritta da Gabriele d’Annunzio ec.», e di riconoscere se in essa vi sia cosa alcuna repugnante alla Santa Fede Cattolica, ed a’ buoni costumi, e referisca.
Di Commissione di Monsign. Illustrissimo Vicario Generale è stato da me infrascritto letto il libretto intitolato «Vita di Cola di Rienzo descritta da Gabriele d’Annunzio ec.», nel quale nulla ho trovato, che alla nostra Santa Fede, o ai buoni costumi repugni; ma bensì sparta per tutto, ed unita alla sceltezza dell’erudizione, una mirabile vaghissima proprietà, e struttura di voci, che senza lasciar di esser prosa, non manca del brio, e della gentilezza del verso; onde parmi potersi dire con verità, non essere in questo componimento disgiunte in alcun modo le Grazie dalle Muse.
Di Casa, questo dì 15 novembre 1912.
Attesa la soprascritta relazione si stampi.
Il Nobile Sig. Telesforo Cerusichi, Consultore di questo S. Offizio, di Commissione del Padre Reverendissimo Inquisitore, si compiacerà con la sua solita attenzione rivedere la presente operetta intitolata «La Vita di Cola di Rienzo descritta da Gabriele d’Annunzio ec.», con riferire poi, se si possa permettere alle stampe.
Dat. dalla S. Inquisizione di Firenze il dì 28 novembre 1912.
Fr. Bartolommeo Nappa da Puliciano
Vic. Gener. del S. Offizio di Firenze
Reverendissimo Padre Inquisitore. In ubbidienza dell’ordine datomi dalla Paternità Vostra Reverendissima, ho letto con l’attenzione commessami la presente operetta intitolata «La Vita di Cola di Rienzo descritta da Gabriele d’Annunzio ec.», e non ho in essa trovata cosa veruna repugnante alla nostra Santa Fede, o a’ buoni costumi. Ma con somma mia consolazione ho ammirata l’eloquenza, l’erudizione, e la copia de’ vezzi e delle gentilezze della lingua in sovrano grado posseduta dal chiarissimo Maestro, già noto, e celebre per altre sue opere, applaudite da tutta la Repubblica Letteraria nell’Universo Mondo, avendo unito al dolce di perfetta Lingua Toscana, l’utile di singolarissimi insegnamenti; onde lo giudico degnissimo della pubblica luce della stampa, per comune ammaestramento.
Telesforo Cerusichi mano prop.
Stante la sopraddetta relazione si stampi.
Fra Bartolommeo Nappa da Puliciano
Vic. Gener. del S. Offizio di Firenze.
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