IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
A te libo, o despota, di porpore cinto, che guardi
su ’l mar di viola, su la fiorente selva,
come occhio di ciclope nuotante nel sonno e nel vino
fra l’ondeggiare lento de’ papaveri!
A te libo. Mi brilla nel calice nitido il sangue
che per la grande tua virtù ne’ grappoli
fervea su’ colli del Sannio felici… Non tale,
di’, ne’ precordii l’inno de tuoi poeti?
non tale a Flacco l’alcaica strofe ondulante
quando a l’alban vermiglia la tonda faccia arrise?
Dava murmuri freschi il Digenza tra’ pioppi, e Vacuna
perdeasi lenta ne’ vapori occidui.
Ma tu, mare, altri murmuri dài, altri canti; voi, colli,
divinamente naufragate! E nàufraghi
anche siam noi: ci spingono i vènti grecali
pregni di sale e di profumi d’alighe
nel pelago de’ sogni; più lento di molli spondei
fluisce il verso fuor de le labbra, o maggio,
o maggio fiorente, che ridi a le case lontane
de la fanciulla nostra, susciti il van desio.