Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Canto novo
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Canto novo

Offerta votiva14.

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Offerta votiva14.

Pan, una melagrana che ride del suo numeroso

riso vermiglio pesemiaperti labbri;

e su ’l fogliuto gambo un pingue da l’aggrinzita

pelle caudato ombelicato fico;

e una matura oliva che sta ne la sua salamoia

a insaporirsi; e senza mallo una fresca noce;

anche un racemo denso di turgidi acini, negro,

simile a una ricciuta chioma d’efebo; e due

mele cotogne, quasi gemelle in tuniche d’oro;

e un cetriuolo su la sua foglia; e due

pere, sugosa l’una ch’estingue la sete, aspra l’altra

ch’eccita al bevere il bevitore; e alcune

mandorletènere che temono d’esser mordute;

ed una pina ancóra chiusa da la tenace

résina; e bene intrise cinque focacce untuose

sopra una tavoletta nitida; e alquanto miele

flavo; e un vasel di puro nardo; e una tazza d’argilla

da l’ansa duplice, ove il caprino latte

quagliasi; e vino mero che tratto fu per lo spillo

prudentemente senza turbar la botte:

Pan, queste offerte agresti ti sacra ne l’antro Lamone

arcade e di più ricche te ne promette intanto

se ne la nova gara del flauto, o Pan, tu l’assista

e invisibile spiri ne’ suoi calami.

Io non a te i frutti ma i sette calami arguti

sacro, bene contesti con redolente cera.

Largo sii tu di frutti a me ne la breve stagione:

ai miei piaceri, Pan, e a la dolce Ospite!



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