Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Canto novo
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Canto novo

Canto dell’Ospite

IV18.

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IV18.

Per te germogli l’ecloga a gli ozii

del pomeriggio, tra la salsedine

de’ vènti marini, fra i trilli,

in una selva d’aranci in fiore;

per te le frutta auree occhieggino

tra ’l verde fosco, ne l’Adriatico

lontano si perda uno sciame

di vele rosse, tacciano i lidi,

Ospite, e io vegga su le tue pallide

gote improvviso aprire i calici

il roseo fior del disio,

ne gli occhi fulvi ridere il sole,

schiudere io vegga la bocca simile

a un succulento frutto… Oh delizia

sentire in un bacio infinito

strugger la fresca polpa soave!


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