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IV18.
Per te germogli l’ecloga a gli ozii
del pomeriggio, tra la salsedine
de’ vènti marini, fra i trilli,
in una selva d’aranci in fiore;
per te le frutta auree occhieggino
tra ’l verde fosco, ne l’Adriatico
di vele rosse, tacciano i lidi,
Ospite, e io vegga su le tue pallide
gote improvviso aprire i calici
ne gli occhi fulvi ridere il sole,
schiudere io vegga la bocca simile
a un succulento frutto… Oh delizia
strugger la fresca polpa soave!