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Oh bella frenante la foga de’ lombi stupendi
tra le prunaie rosse giù per la china audace,
alta, schiusa le nari ferine a l’odor de la selva,
violata da ’l sole, bella stornellatrice!
S’arresta ne l’ombra: vien alito su di scirocco
pe’ filari d’ulivi, languido su da ’l mare;
splendidamente azzurro s’affaccia il gran mar tra li ulivi
cinerei, argentei… Fiuta ella odor di sale?
Non giunge odor salso; ma acri da l’erbe selvagge
effluvî a buffi pungono il sangue vivo.
Entra fra le acacie de ’l clivïo ella ridendo,
ed ei la persegue via fra le acacie basse.
Come due serpi in caldo si piegan tra ’l verde; da’ rami
troncati un profumo inebriante sprizza,
si spande ne ’l sole. Non sente giù giù pe’ ginocchi,
per le reni languida la voluttà fluire?
non sente in bocca un novo licor da versare ne’ baci
la vergine, più bella di un’amadriade antica?
O pantera flessibile da li occhi ove brucia il desio,
ei t’avvinghî pe’ fianchi, là, come un gladiatore;
e su l’erba t’inchiodi. Plaudite plaudite plaudite,
come un popolo a ’l circo, piante, colline, mare!