Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Canto novo
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Canto Novo [Editio princeps, 1882]

Libro primo

VIII37.

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VIII37.

Oh bella frenante la foga de’ lombi stupendi

tra le prunaie rosse giù per la china audace,

alta, schiusa le nari ferine a l’odor de la selva,

violata da ’l sole, bella stornellatrice!

S’arresta ne l’ombra: vien alito su di scirocco

pefilari d’ulivi, languido su da ’l mare;

splendidamente azzurro s’affaccia il gran mar tra li ulivi

cinerei, argentei… Fiuta ella odor di sale?

Non giunge odor salso; ma acri da l’erbe selvagge

effluvî a buffi pungono il sangue vivo.

Entra fra le acacie de ’l clivïo ella ridendo,

ed ei la persegue via fra le acacie basse.

Come due serpi in caldo si piegan tra ’l verde; da’ rami

troncati un profumo inebriante sprizza,

si spande ne ’l sole. Non sente giù giù peginocchi,

per le reni languida la voluttà fluire?

non sente in bocca un novo licor da versare ne’ baci

la vergine, più bella di un’amadriade antica?

O pantera flessibile da li occhi ove brucia il desio,

ei t’avvinghî pefianchi, , come un gladiatore;

e su l’erba t’inchiodi. Plaudite plaudite plaudite,

come un popolo a ’l circo, piante, colline, mare!


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