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Per te germogli l’ecloga a li ozii
de ’l pomeriggio, tra la salsedine
de’ venti marini, fra i trilli,
in un chïosco d’aranci in fiore;
per te le frutta auree occhieggino
tra ’l verde cupo, ne l’Adriatico
di vele rosse, tacciano i lidi,
Lalla, ed io vegga su le tue pallide
gote improvvisa aprire i calici
ne li occhi fulvi ridere il sole,
schiuderti io vegga la bocca simile
a melagrana… Ch’io senta fremerti
fresca, vermiglia, ne ’l bacio mio!