Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Canto novo
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Canto Novo [Editio princeps, 1882]

Libro terzo

V64.

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V64.

Stanno in cerchio a ’l padule di Treccati

alberi gobbi da le tronche braccia,

che sembrano fantasimi piantati

su’ ranocchi in atto di minaccia.

Il sole tra’ vapori insanguinati

scintille maligne a l’acqua diaccia

e su da ’l musco putrido spietati

nugoli di vampiri ésili caccia.

Toto segue col grigio occhio selvaggio

tristamente pel ciel meridionale

un triangolo d’anatre in viaggio…

Oh, chi gli rende il fresco de ’l grecale

su ’l fiotto crespo e i vesperi di maggio

tra li acri odor’ de l’aliga e de ’l sale?

Vien da lungi per l’aure sonnolente

una canzone di malinconìa:

c’è dentro il grido d’un’angoscia ardente,

c’è dentro il pianto de la nostalgia,

c’è il freddo viscidume de ’l serpente

che fra le canne attortigliato spia,

e il ribrezzo febrile che a ’l morente

striscia penervi, come un serpe, via!

Toto ascolta alenante; indi reclina

la grossa testa, si fa bianco bianco;

si sente il sangue a la gola salire…

Oh, una boccata di brezza marina

che rinfreschi il polmone arido e stanco,

una boccata sola, e poi morire!


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