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VI65.
È mezzogiorno. La strada allungasi
diritta innanzi, larga, bianchissima;
non una pianta là ne ’l giallore.
de l’afa; ardente come un incendio
sta l’afa. Silenzio. Ai cavalli
pende la lingua ne ’l trotto stanco.
Ma là ne ’l campo curvi stan uomini
a sudar sangue, a farsi cuocere
il cranio da ’l sole spietato,
senza una sola gocciola d’acqua,
senza una mica di pane! Affondano
il ferro, si guardano in volto
con occhi spenti. Non fan querele:
par come un nume reo li perseguiti
sempre, li danni a quel martirio
piegan su ’l solco, non fan querele.
È mezzogiorno, l’ora de’ lauti
pasti e de’ sonni molli. Essi affondano
vangate, figli; non c’è riposo.
non c’è; vangate fin che si schiantino
le braccia a la furia de ’l tifo.
Vangate, figli; non c’è riposo!