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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Come fusi ne ’l bronzo, come avvolti in polvere d’oro,
su ’l caldo cielo arancio s’alzano a file i pioppi,
s’allungan senza tremiti i cupi riflessi de’ pioppi
giù ne le diafane acque de la Pescara
che eguale fluisce di sotto il gran ferreo ponte
silenziosamente a l’Adriatico,
che a voi empie le anfore larghe di rame polito,
o belle popolane da’ bianchi aguzzi denti,
acquaiole gioconde da ’l rosso da ’l nero corpetto
vezzeggiate da ’l sole, folli stornellatrici!
Io passo vogando ne ’l fiume: d’intorno percosse
da’ remi l’acque languide gorgogliano;
balzano da l’acque fuor le memorie a i richiami
come a ’l sol novo schiusi calici di ninfea,
balzano… Oh rugiade da l’argine verde bevute
un giorno! oh eserciti d’alberi in tutto fiore!
Fuggiva ella dinanzi: tra i giovini rami l’amore
giovine e i canti di gioventù recammo:
strappava ella a i rovi le more mature, a la bocca
sua di freschezze aspre odorante i baci
avido io strappava, e andavam con i canti, e da’ nidi
pe’ frutici bassi eran saluti, e i pioppi
saluti davan chini a ’l passaggio, ed in cuore il disio
ardeane, e il giugno ampio ne ardeva in torno.
O giugno, languiron ne l’afa maligna i germogli
tuoi verdi, caddero li augurïanti soli!
Or vo triste io remando pe ’l fiume: da’ lati sfiorate
con man debole l’acque languide gorgogliano.
Dicono l’acque: — Oblia. — Le braccia mi pendono inerti,
fuor de la barca, ne’ topazî liquidi,
ecco, e la barca per entro a ’l vapor de l’occaso
discende il corso fluvïale placida.
Io navighi, io navighi a ’l mare; ne’ taciti abissi
placidamente navighi a sommergermi!
Tu a l’imo, in una selva gentil di coralli vermigli
quali trame di umane vene impietrate, arridi
tu bianca, da ’l magico fiore de li occhi m’arridi,
schiudimi il cerchio de le braccia magico,
infiltrami il tossico dunque ne’ baci, o Medusa!
Ch’io senta vivo da’ tuoi labbri suggermi
l’anima e il sangue: i polipi avidi con mille ventose
indi a ’l cadavere vacuo si avvinghino.