Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La chimera
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Imagini dell’Amore e della Morte

LE BELLE 4.

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LE BELLE 4.

Mentre Lucrezia Borgia, in nuziale

pompa, venìa con piano

incedere (la veste liliale

risplendea di lontano)

tra i cardinali principi in vermiglia

cappa, che con ambigui

sorrisi riguardavano la figlia

de ’l papa, — ne’ contigui

atrii i coppieri, adolescenti flavi

che rispondeano a un nome

sonoro ed arrossìan come soavi

fanciulle ed avean chiome

lunghe, i coppieri d’Alessandro Sesto

tenean coppe d’argento

entro la man levata, e con un gesto

d’umiltà grave e lento

offerìano a le molte inclite dame

le rose ed i rinfreschi.

Allettati correan pieni di brame

i veltri barbareschi

traendo fra le zampe il guinzal d’oro

che mal ressero i paggi.

Gioivano le dame inclite in coro

ai gran salti selvaggi,

e disperdendo in copia su ’l lucente

musaico a piene mani

cibi e rose, blandìan trepidamente

i belli atroci cani.

Allor Giulia Farnese, un suo lascivo

balen da li occhi fuora

mettendo (a ’l riso il corpo agile e vivo

fremea come sonora

cetra), il sen nudo porse; e in tra le poppe

bianche rotonde e dure

un fante a lei da le papali coppe

versò le confetture.

Or non così, mie belle, o voi che tanto

amai e celebrai

e incoronai del mio lucido canto

ne’ boschi e ne’ rosai,

or non così venite al mio festino

ove l’Amor v’aduna?

I vostri baci, più dolci de ’l vino,

a ’l sole ed a la luna

io colsi un tempo; e, come entro una rara

coppa di fin lavoro,

mentre i nuovi desii cercanvi a gara

veltri da ’l guinzal d’oro

la profonda dolcezza entro la rima

sottilemente infusa

io vi rendo. Gioite voi. Ma, prima,

la Górgone, Medusa,

quella ch’io non baciai, con un baleno

tra i cigli e con protese

le bellissime braccia, offre il suo seno,

come Giulia Farnese.



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