Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La chimera
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Intermezzo melico

ROMANZA 47.

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ROMANZA 47.

Ella tremando venne

alfine, ove a me piacque.

Che mai dicevan l’acque

ne ’l silenzio solenne?

Palpitavan le stelle

ne la conca profonda;

come fiori, più belle

splendeano in tra la fronda.

Parevano i roseti

ne l’ombra alte compagi

di neve: in loro ambagi

avean cari segreti.

Ella con le due braccia

il mio collo ricinse,

e mi porse la faccia,

e tutta a me s’avvinse.

Con sì lungo piacere

io la baciai d’amore,

che parvemi ne ’l cuore

tutte le rose avere.

Ben or, se l’aulorose

labbra onde il miel trabocca

bacio, sapor di rose

mi si diffonde in bocca.



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