Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La chimera
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Sonetti delle fate

A GIUSEPPE CELLINI 57.

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Sonetti delle fate

A GIUSEPPE CELLINI 57.

Lino ai boschi de l’isola di Creta

udìa le ninfe correre tra i rami

e Teocrito udìa lunge i richiami

di Lyda a riva e i canti di Dameta.

Tu ne li orti d’Italia odi, o poeta,

rider le fate come in lor reami.

Ti chiede Urganda: — O mio sire, tu m’ami? —

e ti trae ne la sua reggia segreta.

Agile, ardente quale fiamma, Urganda

t’intesse a torno con rapidi voli

una danza di perfida virtù.

Ma non anche tu dormi in Broceglianda

tra i mirti intonsi, a’ lai de’ rosignoli,

poi ch’io suono il fatal corno d’Artù.



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