Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La chimera
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Sonetti delle fate

MIRINDA 59.

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MIRINDA 59.

Mirinda e il fido, ne l’occulta stanza,

adagiati su’ troni orientali,

dilettansi a gittar lucidi strali

sotto i piè d’un fanciul nudo che danza.

Un grande e bianco augello, a passi eguali,

carico d’otri, sparge in abondanza

acque d’ambra d’insolita fragranza

su i marmi che dan lume ai penetrali.

Vedrem fiori, com’ampie urne, fiorire;

berremo un vin ne’ puri alvi de’ frutti;

e guarderemo entro smeraldi il sole. —

Dice Mirinda. E il tremulo nitrire

de’ liocorni e il murmure de’ flutti

si mescono a le sue lente parole.



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