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III
ALL’IDEALE 67.
Tu sei la luce limpida e tranquilla
ove il mal ne li spiriti fuggenti
perdesi, come ne le foglie a’ venti
perdeasi la sentenzia di Sibilla.
La fontana tu sei che canta e brilla
ne l’alba e chiama all’acqua i sizienti:
accorron essi, come l’api ardenti
a ’l giglio che il più puro miel distilla.
Ma non poss’io veder la tua sovrana
luce, poi che un crudele bacio ancora
queste aggravate palpebre m’aggrava.
Bere io non posso a la tua pia fontana,
poi che un crudele bacio m’addolora
questa bocca che molto t’anelava.