Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La chimera
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Sonetti dell’anima

VII L’ESPERIDI E LE GÓRGONI 71.

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VII

L’ESPERIDI E LE GÓRGONI 71.

Splendonmi ne ’l pensier li orti vermigli

ove cantan l’Esperidi. Aretusa

dice cantando: — A la mia chioma effusa

chi vuol con lenta mano intesser gigli? —

Ed Egle e l’altra: — I fiori offron giacigli

assai grati. Chi scende, a notte chiusa? —

Ridon alto le Górgoni; e Medusa

agita i serpi e inarca i fieri artigli.

Ma quel lor gregge d’uomini impietrito

le voci de le tre sorelle ascolta,

però che il senso ancor ne ’l sasso duri.

Duolsi stridendo per meandri oscuri

l’anima, sola ne l’orror sepolta.

E in vano in van risuona il dolce invito!




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