Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La chimera
Lettura del testo

Tristezza d’una notte di primavera

«»

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

Tristezza d’una notte

di primavera

I 75.

La terra madre, a ’l novo Sol commossa

ne l’imo grembo, alti prodigi or pensa.

Terribile ed oscura è la sua possa.

Ma ne la notte pia tutte le forme

compongono una forma unica immensa.

Composta in pace, la gran Madre dorme.

Contemplano in silenzio le divine

stelle quel sonno. Ella respira il mondo.

Io l’odo ne la notte, senza fine,

sollevar forte il suo petto profondo.

II 76.

Poi che su ’l colle già la luna è spenta,

piovono li astri, lacrime immortali,

ne la notte profonda, umida, intenta.

Lacrime di dolor silenziose,

piovon li astri per l’etere. Da quali

occhi? Oh compianto de le oscure cose!

Oh divina pietà su ’l nostro umano

cuore! Oh pietà su noi, de’ cieli vasti!

Né pur tu, forse, o nostro amor lontano,

mai con tanta dolcezza lacrimasti.

III 77.

In me misero fan tumulto forte

gli interni sogni; e con dolor novello

dell’un vago desìo l’altro risorge.

Muta è la bocca, quasi che la Morte

posto v’abbia il suo gelido suggello;

speranza più mai l’anima scorge.

In van da ’l ciel la mite Alba rimira!

La carne è stanca e l’anima già spira.

IV 78.

Ove tendono li astri in lento coro?

Tendono per la via de l’ombre a ’l Giorno.

Anima, ti congiugni a’ raggi loro!

La via de l’ombre sale ad auree porte:

fiumi d’oblìo d’in torno;

sta su le soglie fulgida la Morte.

Sta su le soglie, pronta ella ad aprire.

Anima, segui li astri in lor cammino!

Dolce ti sia con loro impallidire:

segno che il novel Giorno è omai vicino.




«»

IntraText® (VA2) Copyright 1996-2013 EuloTech SRL