Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La città morta
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ATTO PRIMO

SCENA TERZA Rientra Bianca Maria

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SCENA TERZA

 

Rientra Bianca Maria

 

Anna.

 

Viene Alessandro?

 

Bianca Maria.

 

Non si vede nessuno su la via di Argo. Appariva di lontano un polverìo; ma era un branco di capre. Forse egli torna deviando a traverso la campagna. Forse è disceso alla fonte Perseia....

 

Sale i gradini e guarda dalla loggia, tra le due colonne, contro il sole.

 

Il lavoro ferve, nell'Agora. Ieri furono trovate cinque stele funerarie, indizii sicuri. Un gran nuvolo di polvere si leva dal recinto. È una polvere rossastra; sembra che arda, nel sole. Ah, sembra che debba penetrare nel sangue come un tossico.... Certo, Leonardo è carponi, a frugare con le sue proprie mani. Egli teme che l'urto del ferro spezzi le cose fragili.

 

Si rivolge verso la cieca.

 

Se vedeste con che delicatezza toglie ogni frammento dal suo involucro di terra! Sembra, a vederlo, che stia per mondare un frutto prezioso e che tema di perdere pur una stilla del succo....

 

Una pausa. Ella scende verso la cieca, con una repentina mollezza, nella zona del sole.

 

Mangereste, Anna, un'arancia profumata? Vorreste trovarvi ora in un giardino siciliano?

 

Anna fa un gesto nell'aria come per trarre a séla fanciulla.

 

Che strana voce v'è venuta alle labbra, ora, Bianca Maria! Sembra una voce nuova: come una che dormiva e che si sveglia all'improvviso....

 

Bianca Maria.

 

Vi stupisce il mio desiderio? Non vi piacerebbe d'avere su le ginocchia un canestro di frutti? Ah, con che avidità io ne mangerei! A Siracusa camminavamo nei boschi d'aranci, vedendo fra i tronchi splendere il mare: gli alberi avevano su i rami gli antichi frutti e i nuovi fiori; i petali ci cadevano sul capo come una neve odorante; e noi mordevamo la polpa succulenta come si morde il pane.

 

Anna tende di nuovo le mani per attrarre mentre l'altra resta ancora un po' discosta.

 

voi vorreste vivere. , è la gioia! Tutto il vostro essere chiede la gioia, ha bisogno di gioia. Ah come deve brillare oggi la vostra giovinezza! Il desiderio di vivere s'irradia dalla vostra persona come il calore da un focolare. Lasciate che io riscaldi le mie povere mani!

 

Bianca Maria le si appressa, e si siede ai piedi di lei su uno sgabello basso. Come Anna le tocca le gote, ella ha un brivido palese.

 

Bianca Maria.

 

Perchè sono fredde le vostre mani, Anna?

 

Anna.

 

Tutto il vostro viso batte come un polso violento.

 

Bianca Maria.

 

Il sole m'ha accesa. Di , alla mia finestra, son rimasta a guardare sotto il sole. La pietra del davanzale era quasi rovente. Qui, anche, tutta la stanza omai è invasa dal sole. La striscia arriva , sino ai piedi dell'Ermete. Siamo sedute sul margine d'un rivo d'oro. Inchinatevi un poco.

 

Anna, toccandola vagamente sul viso, su i capelli.

 

Come tu ami il sole! Come tu ami la vita! Ho udito un giorno Alessandro dirti che somigliavi alla Vittoria che si dislaccia i sandali. Mi ricordo.... ad Atene.... in un marmo dolce come un avorio, una figura delicata e impetuosa che dava il desiderio del volo, d'una corsa aerea senza termine.... Mi ricordo: la sua piccola testa si disegnava nella curva dell'ala che pendeva in riposo dall'omero. Alessandro diceva che l'impazienza del volo era diffusa in tutte le pieghe della tunica e che nessun'altra imagine rappresentava più vivamente il dono della celerità divina.... Noi vivemmo per qualche tempo nell'incanto della sua grazia giovenile. Ogni giorno salivamo all'Acropoli per rivederla.... È vero che voi le somigliate, Bianca Maria?

 

Bianca Maria, turbata dalla maniera singolare della cieca che continua a toccarla.

 

Io sono senza ali. Voi me le cercate inutilmente.

 

Anna.

 

Chi sa! Chi sa! Le ali impalpabili sono quelle che volano più lontano. Ogni vergine può essere una messaggera....

 

Una pausa. Ella continua a sfiorare con le dita Bianca Maria. Questa fa un movimento involontario, come per sottrarsi.

 

Non soffrite che io vi tocchi? Sento che siete bella, e vorrei raffigurarmi la vostra bellezza. Vi ripugnano le mie mani?

 

Bianca Maria le prende le mani e le bacia.

 

No, no, Anna.... Ma non so dirvi la sensazione che mi dànno. Sembra che le vostre dita vedano.... Non so: è come uno sguardo che insista, che prema.... Ciascuna delle vostre dita è come una palpebra che sfiori.... Ah, sembra che tutta l'anima discenda all'estremità delle vostre dita, e che la carne perda la sua natura umana. Il colore di queste vene è indicibile....

 

Ella pone le sue labbra nel cavo della mano sinistra, tremando.

 

Non sentite le mie labbra su la vostra anima?

 

Anna, con una segreta disperazione.

 

Bruciano, Bianca Maria. E pesano, quasi che in loro sia raccolta tutta la ricchezza della vita. Ah come debbono essere tentatrici le tue labbra! Tutte le promesse e tutte le persuasioni debbono essere in loro.

 

Bianca Maria.

 

Voi mi turbate.... La mia vita è chiusa in un breve cerchio, forse per sempre. Io vi leggeva dianzi l'Antigone. Di tratto in tratto mi pareva di leggere il mio Destino. Anch'io mi sono consacrata al fratello, anch'io sono legata da un voto.

 

Anna con una tenerezza appassionata e inquieta.

 

È troppo grande la forza della tua vita perchè si consumi nel sacrifizio. Tu hai bisogno di vivere, tu hai bisogno di gioire, di mordere i frutti, di sfogliare i fiori, cara anima. Mi sembra di sentire in te un fuoco che divampa. Tutto il tuo sangue batte nel tuo viso, così stranamente.... Oh, non avevo ancora conosciuto un battito così forte. Il tuo cuore, il tuo cuore....

 

Ella le cerca nel petto il luogo del cuore e s'inchina per ascoltarlo. Pronunzia con voce più sommessa, quasi con mistero, le seguenti parole.

 

È terribile, il tuo cuore. Sembra che desideri il mondo. È folle di bramosìa....

 

Bianca Maria.

 

Oh Anna!

 

Ella trema e si contrae, sotto le mani della cieca, come sotto una tortura lenta che la snervi e la sfinisca.

 

Anna.

 

Non tremare! Io sono come una tua sorella morta, che ritorni. Un tempo batteva così anche il mio sangue; e anche il mio desiderio era senza limiti, verso l'immensità della vita. Io so quel che sogni, quel che soffri e quel che attendi.... V'è, v'è la felicità su la terra; pende su ogni capo l'ora della felicità. Tu segui devota il fratello che abita le rovine e fruga i sepolcri; ma tu non puoi rinunziare alla tua ora. Una forza imperiosa s'è levata dentro di te, a un tratto; e non t'è più possibile reprimerla. Se pure tu riuscissi a troncarla, rimetterebbe mille germogli dalle radici. È necessario che tu le ceda.

 

Bianca Maria nasconde la faccia nel grembo della cieca e rimane in tale atto, tremando.

 

Non tremare! Io sono come una tua sorella morta, che ti guarda di dalla vita. Forse io sono per te come un'ombra; io sono in un altro mondo. Tu vedi quel che io non vedo. Io vedo quel che tu non vedi. Perciò tu ti senti separata da me per un abisso. E tu non puoi abbandonare la tua anima su la mia come abbandoni su le mie ginocchia il tuo capo. È vero?

 

Ella mette le mani sui capelli della reclinata, accarezzandoli; poi ve le affonda.

 

Quanti capelli! Quanti capelli! Sono dolci alle dita come un'acqua tiepida che scorra. Ma quanti! Ma quanti! Sono meravigliosi. Se ti si sciogliessero, ti vestirebbero sino ai piedi. Ah, ecco che si sciolgono!

 

I capelli disciolti si spargono lungo le spalle di Bianca Maria, si riversano giù per la veste di Anna, fluendo come un'onda copiosa. Le mani della cieca ne seguono i rivi.

 

Sono un torrente. Ti coprono tutta. Giungono sino a terra. Coprono anche me. Quanti! Quanti! Hanno un profumo, hanno mille profumi.... Un torrente pieno di fiori!... Ah, tu sei tutta bella, tu hai tutti i doni!

 

Ella si pone le mani su le tempie, su le gote, convulsamente, con un gesto d'angoscia, come sentendosi perduta. La sua voce si vela.

 

Come potrebbe rinunziare a te colui che ti amasse? Come potresti rimanere nell'ombra, tu che sei fatta per dare la gioia? Qualche parte di te dormiva nel profondo, che ora s'è risvegliata. Ora tu ti conosci; è vero? Sono stata attenta al tuo passo, qualche volta. Tu ti muovi come se tu seguissi in te una melodia conosciuta.... Ah se io medesima potessi dirti la parola della felicità, Bianca Maria!

 

Bianca Maria singhiozza, sepolta sotto le sue chiome, soffocatamente.

 

Tu piangi?

 

Ella tra le chiome le cerca le palpebre, per sentire le lacrime.

 

Tu piangi! Tu piangi! Ah che pietà di noi!

 

Una pausa. Bianca Maria singhiozza, sempre nella stessa attitudine. Anna si volge inquieta verso una delle porte. Una grande ansietà si manifesta nel suo viso, poichè ella ode un passo rapido su per la scala.

 

Ecco Alessandro!

 

Bianca Maria balza in piedi, col volto nascosto dalle chiome che la coprono tutta, fremente e sbigottita, nella zona del sole.

 

 

 


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