Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La città morta
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ATTO PRIMO

SCENA SESTA Anna, rimasta sola, fa qualche passo incerto, oppressa da un'oscura tristezza

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SCENA SESTA

 

Anna, rimasta sola, fa qualche passo incerto, oppressa da un'oscura tristezza

 

Anna, con una voce sorda, quasi interiore.

 

Nessuno m'ha parlato. Io sono in un'altra vita.... E tutto quell'oro funebre.... E quella povera anima tremante.... E tutta quella dolce vita che arde nella bella creatura....

 

I suoi piedi incontrano il fascio dei fiori caduto dalle mani di Bianca Maria.

 

Ah, i fiori selvaggi ch'egli ha raccolti per lei!

 

Ella si china, prende tutto il fascio e vi affonda il viso, rimanendo muta per qualche attimo.

 

Vorrei piangere.

 

Fa ancora qualche passo.

 

Nutrice! Nutrice!

 

La nutrice, accorrendo dalla seconda porta a sinistra.

 

Eccomi, sono qui.

 

Prende una mano della cieca e la bacia.

 

Anna.

 

L'ora?

 

La nutrice.

 

È mezzogiorno.

 

Anna.

 

Tieni: prendi questi fiori; mettili in un vaso d'acqua.

 

La nutrice.

 

Sono già tutti appassiti; non possono più vivere.

 

Anna, lasciando cadere il fascio.

 

Andiamo....

 

Nell'atto di muoversi, guidata dalla Nutrice, si arresta e si volge in dietro, ricordandosi.

 

Ah! Guarda, nutrice, : cerca sul pavimento....

 

La nutrice, chinandosi per cercare.

 

Che hai perduto?

 

Anna.

 

Cerca .... C'è un'allodola morta.

 

 

 


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