Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La città morta
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ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

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SCENA PRIMA

 

Bianca Maria, in piedi, è in atto di ordinare la suppellettile meravigliosa. Ella si china a prendere dai cofani le collane, le armille, i pettini, le rotelle, gli idoletti per disporli su una delle tavole, intorno alla larva aurea della profetessa. Alcune spirali di filo d'oro vengono sotto le sue dita: piccole spirali che erano usate per ritenere intorno alla fronte le ciocche prolisse. Ella tenta di fermarle nei suoi capelli, curiosamente. S'ode, di dietro la porta, la voce di Alessandro.

 

Alessandro.

 

Leonardo, sei ?

 

Bianca Maria, trasalendo, esitando.

 

Mio fratello è uscito da qualche minuto.... Non so dove sia andato....

 

Ella va verso la porta e l'apre. Appare su la soglia Alessandro.

 

Alessandro, quasi timidamente.

 

Ah, siete sola.... sola in mezzo all'oro.... Cercavo di Leonardo.

 

Bianca Maria.

 

Non so dove sia andato.... Forse è disceso alla fonte Perseia....

 

Entrambi evitano di guardarsi.

 

Alessandro, dando un passo per entrare.

 

Voi siete rimasta a custodire i tesori, Bianca Maria.... Che facevate?

 

Bianca Maria.

 

Ricomponevo intorno a Cassandra i suoi gioielli. Vedete? Tutto quel cofano n'è pieno. Ho promesso a mio fratello che ogni cosa, al suo ritorno, sarà in ordine, prima di sera....

 

Alessandro.

 

Volete che io vi aiuti? È già tardi.

 

Bianca Maria.

 

È già tardi....

 

Alessandro, avanzandosi verso la spoglia.

 

È strano! Sembra che dall'adunazione dell'oro esca quasi una figura indistinta.... Il crepuscolo, o una lampada di notte, potrebbe illudere gli occhi, creare novamente la forma intera. Certo, Leonardo conosce questo inganno. Egli deve aver riveduto più d'una volta l'aspetto della Priamide.

 

Bianca Maria, sospirando.

 

Ah, sembra che i suoi occhi non vedano omai se non i fantasmi!

 

Alessandro, dolcemente.

 

Io non sono meno triste di voi, Bianca Maria, per lui. Lo cercavo, sperando.... Da qualche giorno, quando egli è meco, sembra di continuo incalzato dall'ansietà di rivelarmi un segreto. Io allora lascio cadere su noi il silenzio; e aspetto, non meno ansioso di lui. Sembra che le sue labbra si gónfino, che sieno per aprirsi. Ma egli rinunzia; rimane chiuso. E io non oso interrogarlo, temendo di strappargli a forza una parola che la sua anima non può ancora dirmi. E noi soffriamo insieme, oscuramente.

 

Una pausa.

 

Che pensate, Bianca Maria?

 

Bianca Maria, scotendo da il suo pensiero.

 

Volete dunque aiutarmi? Fra poco tornerà mio fratello.

 

Ella si china sul cofano. In quel punto Alessandro la guarda.

 

Alessandro.

 

Che avete tra i capelli?

 

Si avvicina a lei.

 

Bianca Maria, confusa.

 

Ah, le spirali.... Le ho messe per prova. Volevo mostrarle così a Leonardo che pare abbia ancora qualche dubbio sul loro antico uso.

 

Ella fa l'atto di togliersele.

 

Alessandro, cercando di trattenerla con un gesto mal sicuro, ma senza toccarla.

 

No, no. Perchè volete togliervele? Lasciatele dove sono!

 

Bianca Maria, tentando di sorridere.

 

Bisogna che io le restituisca alla principessa morta, che voi avete tanto amata....

 

Alessandro.

 

No, no. Tenetele ancóra un poco nei vostri capelli!

 

Cercando di impedire ch'ella se le tolga, le sfiora una mano. Ambedue si turbano. Si guardano con una specie di violenza contenuta.Una pausa.

 

Bianca Maria, abbassando le palpebre, piano.

 

Voi non mi aiutate....

 

Una nuova pausa. Entrambi si chinano sul cofano degli ori.

 

Alessandro.

 

Guardate l'intaglio di quest'anello: una donna seduta che tiene tre papaveri, e tre figure ambigue in piedi davanti a lei, e sul suo capo la scure a due tagli e il disco raggiante del sole. Guardate quest'altro: una giovane donna seduta che tende le braccia volgendo indietro il capo, e davanti a lei un uomo che tende anche le braccia. Guardate: la donna ha una grande capellatura.

 

Bianca Maria.

 

Ella volge indietro il capo....

 

Una pausa. Bianca Maria attende a disporre intorno alla larva gli ornamenti. Alessandro va verso il balcone, e resta a guardare il paese per alcuni istanti. Entrambi lottano contro l'angoscia che li invade.

 

Alessandro.

 

Ha veramente l'aspetto febrile del sitibondo, questo paese inaridito. Ogni paese si addolcisce e respira, quando s'approssima la notte. Questo racconta il supplizio della sua sete pur alla notte. Fin nel più tardo crepuscolo si vedono biancheggiare dolorosamente i letti dei suoi fiumi disseccati. Le montagne laggiù non vi dànno imagine d'una mandra di enormi onagri, con quei dorsi aspri che s'accavallano? Si sente che laggiù, dietro il Pontino, vapora la palude di Lerna. Guardate laggiù l'Aracnèo come s'infiamma! Quasi tutte le sere ha la cima rossa, in memoria del fuoco che annunziò alle vedette di Clitemnestra la caduta di Troja. Dall'Ida all'Aracnèo, che lungo ordine di messaggi ardenti! Rileggevamo ieri quella meravigliosa enumerazione di roghi montani accesi dalla Vittoria.... E ora voi potete far scorrere tra le vostre dita la cenere di colui che annunziò con tali segni il suo ritorno! Voi portate nei capelli gli ornamenti della schiava regale ch'egli scelse fra le prede di guerra!

 

Egli va di nuovo verso Bianca Maria, guardandola.

 

E tutto questo è semplice, poichè voi lo fate. L'abisso del tempo si colma, tra voi vivente e le spoglie del Re e della profetessa che voi custodite. Tutto quest'oro sembra appartenervi da tempo immemorabile, poichè voi siete la Bellezza e la Poesia; e tutto rientra nel cerchio del vostro respiro, tutto cade naturalmente sotto il vostro dominio....

 

Bianca Maria, pallida e tremante, addossata alla tavola degli ori.

 

Non mi parlate così!

 

Alessandro.

 

Perchè non volete che io vi parli delle verità che voi avete aperte nella mia anima? Non pensate voi, Bianca Maria, che sia necessario manifestare le verità interiori quando queste domandano d'essere espresse, per coloro che sono risoluti a vivere senza languire e senza mentire? Quante volte noi abbiamo sommerso nel silenzio le cose inaspettate che nascevano in noi e salivano alle nostre labbra! Io non posso ricordarmene senza rammarico e senza rimorso. Mi sembra di vederle ondeggiare sotto un'acqua muta, come cose fredde e informi. Ed esse avrebbero potuto generare in noi chi sa quali nuove gioie, quali nuovi dolori, quali nuove bellezze, incontrandosi per le correnti delle nostre voci vive. Ah, colui che nasconde, che dissimula, che soffoca, colui mentisce dinnanzi alla vita. Perchè mai dunque noi siamo rimasti fino ad ora senza guardarci negli occhi? Avevamo noi paura di leggere nel nostro sguardo qualche onta? Avevamo paura di riconoscere nel nostro aspetto quel che già entrambi sapevamo?

 

Bianca Maria, con angoscia.

 

Noi sappiamo quel che non può essere e che non potrà essere mai.

 

Alessandro.

 

Ah, ancora un divieto alla vita!

 

Bianca Maria.

 

Noi sappiamo che ci sono cose più forti della morte, per separare le creature. La morte non potrebbe disgiungerci come queste cose ci disgiungono.

 

Alessandro.

 

Quali cose?

 

Bianca Maria.

 

Voi le sapete. Cose sacre.

 

Alessandro.

 

Ah, io vorrei inaridire mille vite perchè le vostre labbra bevessero, Bianca Maria!

 

Bianca Maria.

 

Non mi parlate così!... V'è accanto a voi, congiunta alla vostra, una vita ben più preziosa della mia: d'una qualità quasi divina. Ella è tanto profonda che io non ho mai potuto accostarmi a lei senza tremarne in tutte le vene. Sembra che nulla le sia ignoto e che nulla le sia estraneo. Ogni volta che ho potuto tendermi verso di lei, ho sentito passare nella sua profondità non so quali bellezze misteriose che mi hanno esaltata e umiliata nell'ora medesima. E io non avevo mai pianto, come su quelle ginocchia, d'un pianto che mi facesse tanto bene e tanto male.

 

Alessandro.

 

Voi non sapete di quali sterilità terribili e improvvide il Tempo colpisca le più alte comunioni umane. Le più possenti radici rimangono profondate e annodate sotto la terra; tuttavia la loro forza sotterranea divenuta inerte non genera più una foglia un fiore. Ma non sentite voi, quando la vostra vita è vicina alla mia, una vibrazione occulta che somiglia al fermento della primavera? La sola vostra presenza basta per dare al mio spirito una fecondità incalcolabile. Quando eravamo su la loggia, l'altro giorno, nel silenzio che seguì le grida, e il vento spingeva verso di me i vostri capelli, la mia anima in pochi attimi si dilatò oltre ogni limite abbracciando un infinito numero di cose nuove; e pur la polvere dei sepolcri era per lei un'onda di germi che dovevano aprirsi. Noi potremmo sederci l'uno a fianco dell'altra, in una solitudine, lontani dalle vie degli uomini, immobili e muti come le campagne al mattino; e ogni soffio del vento ci porterebbe una semenza meravigliosa.

 

Bianca Maria,

 

È in voi, è in voi tutto il potere....

 

Alessandro.

 

In voi, in voi sono tutte quelle cose di cui gli uomini hanno il rimpianto pur senza averle mai possedute. Quando vi guardo, quando odo il ritmo del vostro respiro, io sento che vi sono altre bellezze da svelare, altri beni da conquidere, e che vi sono forse nel mondo azioni da compiere deliziose come i più bei sogni della poesia. Io non so dirvi quel che provai un giorno, standovi accanto, alla prima apparizione dell'amore e del desiderio. Fu un sentimento straordinario che io non posso significare se non per l'analogia ch'esso aveva con un risveglio della mia adolescenza lontana.... Mi ricordo di quel risveglio come d'una natività gaudiosa, come d'un'aurora in cui io nascessi a un'altra vita infinitamente più pura e più forte e all'improvviso si schiudessero sul mio capo le chiuse mani del Destino. Io navigava, per la prima volta, dalla Puglia verso le acque della Grecia. Fu nel Golfo di Corinto, nella baia di Sàlona, all'ancoraggio d'Itèa dove io doveva approdare per salire a Delfo. Voi conoscete quei luoghi, voi che avete peregrinato per tutte le plaghe sacre al Mistero e alla Bellezza....

 

Bianca Maria, come in sogno.

 

Sàlona! Mi ricordo: una baia azzurra, tutta a piccoli seni segreti come fondi di conchiglie, rosei come conchiglie, verso sera.... Per le montagne cavernose, tra i macigni, in qualche lembo di terriccio rosso, ondeggiavano poche spighe magre, miste a cespugli di erbe aromatiche.... Mi ricordo: una sera, su una montagna la stoppia s'incendiò. Le fiamme leggère e serpentine correvano tra i macigni con la rapidità dei baleni. Non avevo mai veduto un fuoco tanto allegro e tanto chiaro. La brezza ci portava l'aroma delle erbe arse. Tutto il mare pareva profumato di menta selvaggia. Migliaia di falchetti sbigottiti turbinavano su l'incendio, empiendo delle loro strida tutto il cielo....

 

Alessandro.

 

Fu , fu . M'ero addormentato sul ponte, con la faccia rivolta alle stelle, nella notte d'agosto. Lo strepito delle catene nelle escubie mi risvegliò all'alba, quando la nave era già ferma. Voi sapete fino a qual distanza il Parnasso anche oggi spanda la santità del suo antico mito. I vostri occhi, in cui sono passate le più belle e le più auguste visioni della terra, hanno certo bevuto quel lume ideale che circonda la montagna apollinea nei mattini d'estate. Tuttora supino, io non vedeva se non le cime favolose nel muto pallore del cielo; ma dai porti veniva il canto dei galli: un canto agile e fiero, d'incessanti richiami e d'incessanti risposte, che empiva solo il silenzio della chiostra sublime. Ah, mai mai dimenticherò le promesse di gioia che fece alla mia vita nuova, in quel luogo e in quell'alba, il canto animatore!...

 

Bianca Maria.

 

È vero! È vero! Mi ricordo....

 

Alessandro.

 

Ebbene, il sentimento straordinario di quel lontano mattino mi rioccupò lo spirito nell'ora generosa in cui scopersi la virtù che è in voi. Le vostre labbra erano immobili, ma da tutto il vostro sangue io udiva salire un canto che rinnovava quelle antiche promesse. Ah, io lo sapeva, io lo sapeva! Io sapeva bene che tutte le promesse o prima o poi mi sarebbero mantenute. Per ciò ho aspettato, confidando. Ho aspettato che la mia anima giungesse alla perfetta maturità perchè potesse adunarsi in lei la dolcezza suprema. Ho accresciuto con ogni mezzo il suo conoscimento perchè ella sapesse meglio valutare il pregio d'ogni più raro dono. L'ho abbeverata a tutte le fonti, ho versato su lei tutti gli aromi, l'ho impregnata di tutte le essenze, perchè nella sua pienezza ella sentisse più vivamente la sua natura insaziabile. Ed ho aspettato, ho aspettato! E voi siete venuta come una messaggera, voi siete apparsa sul mio cammino nel momento in cui io mi volgeva intorno perplesso, assalito dall'inquietudine per l'indugio che troppo si prolungava. Altre volte io vi avevo guardata, avevo ascoltato il suono della vostra voce; ma in quel momento voi mi siete apparsa come una creatura nuova, sviluppatasi a un tratto da una larva che la nascondeva.... Altre volte io vi avevo guardata senza vedere, vi avevo ascoltata senza udire. Ora io vi riconosco; e voi mi ricordate tutte le promesse di quel mattino lontano. E io non rinunzierò a nessuna, pur s'io debba costringere violentemente il Destino a mantenerle....

 

Bianca Maria, torcendosi nell'angoscia.

 

Tacete! Tacete! Voi parlate come un ebro....

 

Alessandro, senza più contenere il suo ardore.

 

Ho bisogno di voi, ho bisogno di voi! Se mai le forme che io ho date ai miei pensieri vi sono parse belle, se mai le parole della mia poesia vi sono parse consolatrici, se mai avete riconosciuto qualche altezza al mio intelletto, - vi prego, vi prego! - non vogliate male intendere questa necessità che mi spinge verso di voi. La mia vita in questa ora è come un fiume gonfio delle acque di primavera e carico di foreste divelte, il quale faccia impeto alla foce ingombrata e chiusa dalla stessa abondanza ch'egli trasporta. E mi sembra che voi sola, che voi sola possiate rimuovere l'impedimento: voi sola, con un filo d'erba, con lo stelo d'un fiore nella vostra piccola mano....

 

Bianca Maria.

 

Non io, non io.... Il vostro sogno vi accieca....

 

Alessandro.

 

Voi, voi sola! Io vi ho già incontrata nel sogno come ora v'incontro nella vita. Voi m'appartenete come se foste la mia creatura, formata dalle mie mani, inspirata dal mio soffio. Il vostro viso è bello in me com'è bello in me un pensiero. Quando le vostre palpebre battono, mi sembra ch'esse battano come il mio sangue e che l'ombra delle vostre ciglia tocchi l'intimo del mio cuore....

 

Bianca Maria come perduta.

 

Tacete! Tacete! Mi sento soffocare.... Ah, io non potrò più vivere, non potrò più vivere!

 

Alessandro.

 

Voi non potrete vivere se non in me, se non per me, giacchè voi siete omai nella mia vita come la vostra voce è nella vostra bocca. Quanto vi ho aspettata! Con che fede vi ho aspettata! Io non vi domando quel che voi abbiate fatto negli anni in cui siamo rimasti estranei, nascosti l'una all'altro, invisibili l'una per l'altro, se bene talvolta vicini, se bene talvolta respiranti sotto lo stesso cielo. Io lo so, io lo so! Voi avete profondata la vostra anima nel Mistero e nella Bellezza, voi avete bevuta la poesia alle più remote origini, avete sognato i vostri sogni allo splendore dei più alti destini compiuti. Io so, io so quel che avete fatto perchè io trovassi presente l'antica anima umana nella freschezza del vostro amore....

 

Bianca Maria, smarritamente.

 

Voi esaltate la più umile delle creature, col vostro soffio. Io sono stata soltanto una buona sorella: ho portato dovunque la mia semplice tenerezza al fratello che lavorava.

 

Alessandro.

 

Ma non viveva accanto alla buona sorella un'altra creatura? Ella appannava col suo alito l'oro delle medaglie siracusane appena estratto dalla zolla bruta, e le impronte immortali ridivenivano nitide sotto il tepore delle sue dita. Ella s'inginocchiava su le fosse ove giacevano le statue abbattute, liberava i loro volti dalla crosta inerte, e vedeva a un tratto nella terra opaca sorridere la serenità d'una vita divina. A Maratona, nel campo della battaglia, leggeva con gli occhi pieni di lacrime i nomi degli Ateniesi caduti, inscritti su una colonna eroica; e a Delfo divinava la melodia mistica del peana inciso nel marmo d'una stele santa. Dovunque rimanesse il vestigio dei grandi miti o un frammento delle imagini belle in cui la stirpe eletta trasfigurava le forze del mondo, ella passava con la sua grazia animatrice camminando per le lontananze dei secoli leggera come chi per una campagna seminata di rovine segua il canto degli usignuoli....

 

Bianca Maria.

 

Chi era ella? Potrei io riconoscermi in lei? Per voi tutto si trasfigura! Io sono stata soltanto una debole aiutatrice, ma volenterosa; e la gioia e la pena di mio fratello erano la mia gioia e la mia pena. Il mio cuore tremava quando tremava il suo cuore....

 

Alessandro.

 

Ah, di quale mistero e di quale bellezza non avete voi il riflesso su la vostra persona? Anche voi, anche voi, come Cassandra di cui raccogliete le ceneri e gli ori, avete posato il piede su la soglia della Porta Seca. A traverso gli strati delle sette città sovrapposte i vostri occhi hanno riconosciuto i segni dell'incendio fatale profetato dalla voce infaticabile di colei che ora , alla vostra ombra, tace. Non è dunque scomparso per voi l'errore del tempo? Le lontananze dei secoli non sono dunque per voi abolite? Era necessario che alfine in una creatura vivente e amata io ritrovassi quella unità della vita a cui tende lo sforzo della mia arte. Voi sola possedete il segreto divino. Quando la vostra mano prende il diadema che ornava la fronte della profetessa, il gesto sembra evocare l'antica anima; e una resurrezione ideale sembra magnificare un atto così semplice. È in voi una potenza risvegliatrice, di cui voi medesima siete inconsapevole. Il più semplice dei vostri atti basta a rivelarmi una verità che ignoravo. E l'amore è come l'intelletto: risplende a misura delle verità che discopre. Ditemi dunque, ditemi quale cosa vi sembri più sacra di questa e più degna d'essere conservata ed esaltata sopra ogni impedimento e contro ogni divieto.

 

Bianca Maria, senza più forze.

 

No, no.... Voi siete ebro di voi medesimo. Quel che voi vedete in me è nelle vostre pupille. La vostra parola crea dal nulla l'imagine che voi volete amare. È in voi, è in voi tutto il potere....

 

Alessandro.

 

Che vale? Che vale? Tutto il potere, che è in me, rimarrebbe chiuso e si disperderebbe in mille vortici interiori se la divina voluttà, che è in voi, non l'attraesse e non l'incitasse a manifestarsi in forme e in moti di gioia. La gioia, la gioia io vi chiedo! L'altro giorno, quando io vi diedi i fiori, le tracce delle lacrime erano sul vostro viso; ma intorno a voi, nel sole, tutti i vostri capelli impazienti respiravano la gioia. È necessario che io sia libero e felice nella verità del vostro amore per trovare alfine il verso eterno che da più d'uno è atteso. Ho bisogno di voi, ho bisogno di voi!

 

Bianca Maria, raccogliendo le forze.

 

Ebbene, dite, dite: che volete fare? che volete fare di me, delle creature che amo, che amate? Dite!

 

Una pausa.

 

Alessandro.

 

Lasciate che il destino si compia....

 

Bianca Maria.

 

Ma il dolore? Ma il dolore? Non sentite voi che una nube di dolore è su le nostre teste e s'addensa e ci opprime? Non sentite le care anime vicine soffrire per la divinazione d'una colpa o per il timore d'una sciagura a cui esse non sanno contrastare? Voi avete ricordato dianzi le mie lacrime.... Ah, se io potessi dirvi tutta l'angoscia di quel giorno, se io potessi dirvi la mia pietà e il mio sbigottimento! Ella sapeva, ella sapeva. Io sentii ch'ella sapeva. Le sue mani così vive - ah troppo vive! - mi frugavano l'anima come si fruga una veste in tutte le più nascoste pieghe. Un supplizio indicibile! Il mio segreto era nelle sue mani, ed ella lo sfogliava come si sfoglia una rosa recisa. E tuttavia io sentiva in lei non so quale dolcezza che si mescolava alla sua disperazione; e mi pareva che il suo cuore a volta a volta si stringesse come un nodo e si aprisse come un calice, e ch'ella si sollevasse affannosamente verso la vita....

 

Una pausa.

 

Alessandro, esitante.

 

Credete ch'ella sia certa?

 

Bianca Maria.

 

Ella è certa.

 

Una pausa.

 

Ed egli? Non credete voi che il sospetto sia in lui?

 

Alessandro.

 

Oh no! Nessun sospetto è in lui. Io lo so bene....

 

Bianca Maria.

 

Ma il suo strano mutamento, ma la sua tristezza segreta e quasi selvaggia, ma la sua attitudine verso di me.... Egli fissa talvolta sopra di me uno sguardo intollerabile. Quando io mi avvicino a lui, quando gli prendo le mani, mi sembra talvolta che una repulsione violenta sorga contro di me da tutto il suo essere....

 

Alessandro.

 

Voi v'ingannate, Bianca Maria. Nessun sospetto è in lui. Ma il suo male lo agita stranamente....

 

Bianca Maria.

 

Il suo male! Anche voi dunque credete ch'egli sia veramente malato?

 

Alessandro.

 

I suoi nervi sono affranti da una tensione troppo lunga e troppo fiera. Oscure imaginazioni debbono tormentare il suo spirito affievolito. Certo, qualche cosa d'inesplicabile è in lui.... Ma egli mi parlerà, egli mi svelerà il fantasma che lo perseguita, egli mi confesserà il suo terrore. Non impunemente un uomo scoperchia i sepolcri e guarda il viso dei morti; e di quali morti!

 

Una pausa.

 

Egli mi parlerà. Iersera egli stava per parlarmi.... Lo cercherò, stasera. Non sapete dov'egli sia andato?

 

Bianca Maria.

 

Non so. Forse alla fonte Perseia. Quello è il luogo ch'egli predilige quando desidera d'esser solo. L'acqua! L'acqua! Ah, che cosa al mondo è più bella dell'acqua? Tutto qui è disseccato; dovunque è la sete, la sete.... Quello è l'unico rifugio: v'è un mormorio dolce che sopisce, che sopisce i pensieri.

 

Ella s'allontana dalla tavola degli ori, movendo verso il balcone, con lentezza quasi abbandonata.

 

L'acqua! L'acqua! Da quanto tempo non vedo un gran fiume corrente in una prateria tutta verde, un lago in una corona di boschi, una cascata più bianca della neve....

 

Alessandro, arrestandola d'improvviso al passaggio e prendendole le mani, pallido di desiderio.

 

Ah bella, bella, bella, e dolce veramente, e tutta fresca veramente come un'acqua che scorra, come un'acqua che disseti.... Tutta la vostra bellezza, ah mi sembra che tutta la vostra bellezza si spanda su i miei sensi come un'acqua viva, come un'acqua che palpiti, che tremi.... Ah bella, bella, per nessuno bella come per me!

 

Bianca Maria, languendo.

 

Lasciatemi! Lasciatemi, Alessandro!

 

Alessandro, come ebro.

 

Sento l'amore in tutte le vostre vene, nei vostri capelli, salire salire; lo veggo sgorgare di sotto alle vostre palpebre.... Sento come l'aroma delle lacrime di sotto alle vostre palpebre... Tutto il vostro viso impallidisce dentro di me.... Voi siete tutta dentro di me come un sorso che io abbia bevuto....

 

Egli si tende verso le labbra di lei, per baciarla. Ella balza indietro, sconvolta, mal frenando un grido. Rimangono l'uno di fronte all'altra, anelanti, non potendo più parlare.

 

Bianca Maria, trasalendo.

 

Udite!

 

Alessandro.

 

Che cosa?

 

Bianca Maria.

 

La voce di lei.

 

Ambedue stanno in ascolto per qualche attimo.

 

È la sua voce, è la sua voce. Ella vi cerca; certo, vi cerca.

 

Alessandro.

 

Non temete, non temete.

 

Bianca Maria.

 

Ella sa tutto, ella comprende tutto. Non è possibile nascondere.... Appena entrerà dalla soglia ella udrà battere i nostri polsi. Non è possibile nascondere....

 

Alessandro, con tristezza.

 

Non bisogna nascondere nulla all'anima che è degna di ricevere la verità, Bianca Maria.

 

Bianca Maria.

 

Ma il dolore, ma il dolore....

 

Alessandro.

 

Ella è la schiava del dolore; e non ci è dato far nulla per liberarla. Ella è in un'altra vita.

 

Bianca Maria.

 

In un'altra vita!

 

Ella china il capo e si muovo verso la porta.

 

 

 


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