Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La città morta
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ATTO SECONDO

SCENA SECONDA Anna guidata dalla Nutrice appare su la soglia. Tutto il suo aspetto esprime un dolore straordinariamente calmo

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SCENA SECONDA

 

Anna guidata dalla Nutrice appare su la soglia. Tutto il suo aspetto esprime un dolore straordinariamente calmo

 

Anna.

 

Bianca Maria!

 

Bianca Maria, prendendole la mano.

 

Eccomi, sono qui.

 

Anna.

 

Va, va, nutrice.

 

La nutrice scompare. Bianca Maria conduce la cieca verso Alessandro.

 

Alessandro!

 

Alessandro.

 

Sono qui, Anna.

 

La cieca tende verso di lui una mano. Egli la prende. Ed ella rimane per qualche istante in silenzio, così, tra i due. Poi si distacca da lui e attira a Bianca Maria.

 

Anna.

 

Datemi un bacio, Bianca Maria.

 

Ella la bacia in bocca.

 

Mi sembra che siate rimasta lontana da me per un tempo indefinito.... Che avete fatto?

 

Bianca Maria, percossa, esita a rispondere.

 

Che avete fatto?

 

Bianca Maria, smarritamente.

 

Sono rimasta qui, quasi tutto il giorno, ad aiutare mio fratello.

 

Alessandro esce sul balcone e rimane appoggiato alla ringhiera guardando la campagna.

 

Anna.

 

Questa è la stanza degli ori?

 

Bianca Maria.

 

È la stanza degli ori.

 

Anna.

 

E delle ceneri?

 

Bianca Maria.

 

E delle ceneri.

 

Anna.

 

Dove sono le ceneri?

 

Bianca Maria.

 

, nei vasi di rame.

 

Anna.

 

Conducetemi: vorrei toccarle.

 

Bianca Maria, conducendola presso uno dei vasi sepolcrali.

 

Ecco: qui sono le ceneri di Cassandra; sono le ceneri del Re.

 

Anna, a bassa voce.

 

Cassandra! Anch'ella vedeva.... ella vedeva sempre intorno a la sventura e la morte....

 

Si china sul vaso, prende un pugno di ceneri e le fa scorrere fra le dita.

 

Come sono dolci le sue ceneri! Scorrono fra le dita come la sabbia del mare.... Tu leggevi ieri, Alessandro, le sue parole. Fra tante grida terribili v'era qualche anelito infinitamente dolce e triste. I vecchi la paragonavano al "fulvo usignuolo". Come dicevano, come dicevano le sue parole quando ella si ricordava del suo bel fiume? e quando i vecchi le domandavano dell'amore del dio? Non le hai tu in mente?

 

Bianca Maria.

 

Egli non vi ha udito, Anna.

 

Anna.

 

Non mi ha udito?

 

Bianca Maria.

 

È sul balcone.

 

Anna.

 

Ah, è sul balcone....

 

Bianca Maria, volgendosi verso il balcone.

 

Egli guarda il tramonto. E un tramonto meraviglioso. Dietro l'Artemisio tutto il cielo è di fuoco. La cima dell'Aracnèo arde come una fiaccola. Giunge fin qui il riflesso rosso; batte su l'oro....

 

Anna.

 

Conducetemi vicino all'oro.

 

Bianca Maria, conducendola verso una delle tavole.

 

Ecco la spoglia di Cassandra.

 

Anna, toccando leggermente.

 

È qui la sua maschera?

 

Bianca Maria, guidando le mani della cieca.

 

È qui.

 

Anna, palpando la maschera d'oro.

 

Com'è grande la sua bocca! Il travaglio orribile della divinazione l'aveva dilatata. Ella gridava, imprecava, si lamentava senza tregua. Imaginate voi la sua bocca nel silenzio? Quale poteva essere nel silenzio la forma delle sue labbra dolorose? Che stupore, quando ella tace, quando lo spirito le concede una pausa tra due clamori! Vorrei che stasera voi mi rileggeste quel dialogo tra lei e i Vecchi. Non avete in mente voi quelle sue parole quando ella parla del dio che l'amava e i Vecchi le domandano s'ella abbia ceduto al lottatore? Ella m'appare tutta rossa di vergogna, in quel punto.... - "Io promisi" ella dice "io promisi...." Non avete in mente le sue parole?

 

Bianca Maria, turbata sempre più.

 

No, Anna. Stasera vi leggerò....

 

Anna.

 

"Io promisi, ma lo delusi" ella dice. Ella deluse il dio, che si vendicò. Nessuno più le credette! Ella era sola, in cima a una torre, con la sua verità.

 

Una pausa. Ella seguita a palpare la spoglia.

 

Anche voi l'amate, come Alessandro, questo "fulvo usignuolo?"

 

Bianca Maria.

 

Il suo destino è atroce. Ella è una martire....

 

Anna.

 

Ella era bellissima; ella era bella come Afrodite. Leonardo ha veduto il volto sotto la maschera d'oro! È strano: sembra anche a me d'averlo veduto.... Di qual colore pensate voi che fossero i suoi occhi?

 

Bianca Maria.

 

Forse neri.

 

Anna.

 

Non erano neri, ma sembravano, perchè le pupille nell'ardore fatidico erano così dilatate che divoravano le iridi. Io penso che nelle pause, quando ella asciugava la schiuma delle sue labbra livide, i suoi occhi fossero dolci e tristi come due viole. Tali dovevano essere prima di chiudersi per sempre. Vi ricordate, Bianca Maria, delle ultime parole? Non le avete in mente?

 

Bianca Maria.

 

Stasera vi leggerò, Anna....

 

Anna.

 

Ella parla d'un'ombra che passa su tutte le cose e d'una spugna umida che cancella tutte le tracce. È vero? "E su questo" ella dice "e su questo io gemo più che sul resto." Sono le sue ultime parole.

 

Una pausa. Ella tiene fra le mani una bilancia d'oro.

 

Udite!

 

Bianca Maria.

 

Sono i falchi della montagna Eubea, che gridano.

 

Anna.

 

Come gridano, stasera!

 

Bianca Maria.

 

Quando l'aria è accesa, gridano più forte.

 

Anna.

 

Perchè gridano? Io vorrei comprendere le voci degli uccelli, come la Divinatrice. Non conoscevo quell'episodio della sua infanzia, che m'ha raccontato Alessandro. Ella fu lasciata una notte nel tempio d'Apollo; e al mattino fu ritrovata stesa sul marmo, stretta nelle spire d'una serpe che le leccava gli orecchi. Da allora ella comprese tutte le voci sparse nell'aria. Ella comprenderebbe ora le grida dei falchi....

 

Bianca Maria, quasi obliandosi.

 

Grida di gioia, grida di gioia. Che belle e fiere creature, se voi li vedeste! Sono pieni di vita, sono tutti armati di vita. Hanno i colori della roccia: le ali brune, il corpo rossastro, il petto bianchiccio, il capo grigio. Nulla è più grazioso e più feroce del loro piccolo capo grigio ove brillano gli occhi neri in un cerchietto giallo. L'altrieri, come io li guardavo nel cielo, uno dei custodi ne colpì uno in pieno petto col suo fucile. Cadde quasi ai miei piedi; e io lo raccolsi. Benchè ferito a morte, egli tentò d'avventarsi alla mia mano. Il sangue lo soffocava e gli colava giù per il becco; una specie di singhiozzo lo scoteva, mentre le stille rosse cadevano a una a una. Gli occhi s'illanguidirono, gli artigli si contrassero, la testina s'inchinò sul petto. Ancora un singhiozzo sanguinoso. Fu l'ultimo. Mi restò in mano una specie di straccio.... E una vita così libera e così violenta, pochi attimi innanzi, aveva palpitato nel cielo!

 

Anna.

 

Come parlate della vita e come parlate della morte, Bianca Maria!

 

Una pausa.

 

Alessandro è sul balcone?

 

Bianca Maria.

 

È sul balcone.

 

Anna.

 

Che fa?

 

Bianca Maria.

 

Guarda lontano.

 

Una pausa.

 

Anna.

 

Che è questa cosa che io ho tra le mani?

 

Bianca Maria.

 

Una bilancia.

 

Anna.

 

Ah, una bilancia!

 

Ella tocca i due bacini.

 

Era posata sul petto della principessa morta?

 

Bianca Maria.

 

Sul petto.

 

Anna.

 

Per pesare i destini! Ma non è

giusta, è vero?, non è giusta. Mi

sembra che penda da una parte....

 

Bianca Maria.

 

È guasta. Da una parte manca

uno dei nastri d'oro che reggono il

bacino.

 

Anna.

 

Da che parte?

 

Alessandro, rientrando dal balcone.

 

Ecco Leonardo! Torna Leonardo.

 

Bianca Maria.

 

Di dove?

 

Alessandro.

 

Dalla fonte Perseia.

 

Anna, deponendo la bilancia.

 

Volete che scendiamo alla fonte Perseia, Bianca Maria? Volete condurmi? Ci sederemo un poco su la pietra, vicino alle polle, a respirare il profumo delle mente e delle mortelle, che fa tanto bene.

 

Bianca Maria.

 

Sono con voi, Anna. Ecco il mio braccio.

 

 

 


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