Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La città morta
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ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Entra Leonardo e volge su tutti il suo sguardo lucido e inquieto. Il suo aspetto esprime una inquietudine incessante e lo sforzo penoso d'una contrizione interiore.

 

Leonardo, andando verso la cieca con un atto affettuoso.

 

Ah, siete anche voi qui, Anna....

 

Anna.

 

Venite dalla fonte?

 

Leonardo.

 

Sì, vengo di laggiù.... Vado laggiù quasi ogni giorno, verso il tramonto. È l'ora in cui il profumo dei mirti diventa forte come un incenso e quasi lo stupore. Stasera è fortissimo; sembra che stia fermo su l'acqua. Come ho bevuto, m'è parso di sentire nell'acqua il sapore dell'olio essenziale....

 

Anna.

 

Avete udito, Bianca Maria?

 

Bianca Maria.

 

Volete che andiamo, Anna? Ecco il mio braccio.

 

Anna, prendendo il braccio della sua guida.

 

Noi scendiamo alla fonte.... Alessandro, è tramontato il sole?

 

Alessandro, sul limitare del balcone.

 

È tramontato.

 

Anna.

 

Non c'è più luce?

 

Alessandro.

 

Sì, sì, c'è ancora un poco di luce.

 

Anna.

 

Per ciò gridano i falchi.

 

Alessandro.

 

Gridano fino a tardi, i falchi: fino alle prime stelle....

 

Anna.

 

Addio.

 

Esce con Bianca Maria.

 

 

 


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