Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La città morta
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ATTO QUARTO

SCENA PRIMA

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SCENA PRIMA

 

Appare Leonardo su la loggia mentre guarda la città morta su cui cade l'ombra vespertina. Il suo aspetto è quello d'un uomo che si contrae nello sforzo d'una risoluzione estrema. I suoi occhi ardono nel suo pallore terreo, come infiammati dalla febbre. Egli parla e si muove convulsamente come in una specie di lucido delirio.

 

Leonardo.

 

I sepolcri.... Ella potrebbe cadere in uno dei sepolcri, nel più profondo.... No, no.... Se dovesse rimaner viva, se dovesse soffrire.... Ah, orribile, orribile!

 

Egli si stringe le tempie fra le mani, con un gesto d'orrore e di follia. Scende pei gradini nella stanza, si muove incerto, vagando, vacillando, obbedendo alla fluttuazione della sua idea letale.

 

È necessario, dunque; è necessario.... È necessario ch'ella non sia più, ch'ella non sia più!... Ah, s'ella potesse fuggire, s'ella potesse sparire, s'ella fosse già lontana, se la sua stanza fosse vuota.... Vuota! Sarà vuota, dovrà esser vuota, stasera.... Il suo respiro, il suo respiro....

 

Egli si lascia cadere su una sedia si passa le mani su la faccia come per cacciarne una nebbia, come per vederci più chiaramente.

 

Non c'è scampo; non c'è altro scampo. Tutto è considerato, è vero? Tutto è considerato. Egli l'ama.... E l'altra pensa a morire.... E l'indelebile macchia su l'anima mia.... Un abisso, d'un tratto, s'è aperto. Tutto è spezzato, tutto è separato, d'un tratto, per lei, per lei! Ella è , così dolce, così dolce; e per lei tutto questo male.... Nessuno può più vivere. Nessuno riconosce più nessuno. L'abisso è tra noi che eravamo una vita sola, un'anima sola!... Non c'è altro scampo; non c'è altra via.

 

Una pausa. Egli si leva, incalzato dal suo tormento.

 

Come fare? Come fare? Ella verrà qui, fra poco.... Ah, io la vedrò, io le parlerò, io udrò la sua voce.... Se potessi almeno nell'ultima ora rivedere la sorella santa! Se, guardandola per l'ultima volta, i miei occhi ridivenissero puri! Se per l'ultima volta io potessi prenderla fra le mie braccia senza quel tremito.... quell'orribile tremito!... Egli l'ama, egli l'ama. Da quando? Come? Che è accaduto tra di loro?... Ah, mio Dio, mio Dio, tutto è infetto in me; tutto si contamina.... E questa sete che mi divora!

 

Egli si tocca la gola che gli brucia. Guarda se su la tavola ci sia acqua da bere; s'avvicina, riempie un bicchiere e beve avidamente. Trasale, come colpito da un pensiero subitaneo.

 

Ah, la fonte!

 

Una pausa. Egli trema, appoggiato alla tavola, sotto il balenio di quel nuovo pensiero, con gli occhi sbarrati e veggenti.

Entra Bianca Maria dalla seconda porta a destra. Il suo aspetto rivela una stanchezza scoraggiata e oscura.

 

Bianca Maria.

 

Sei qui, Leonardo? Non sapevo che tu fossi tornato....

 

Leonardo, contenendo la sua agitazione.

 

Sì, sono tornato da poco.... Stavo per venire da te; ma credevo.... che tu dormissi.... Hai tu dormito?

 

Bianca Maria.

 

No, non ho potuto dormire.

 

Leonardo.

 

Come devi essere stanca!

 

Bianca Maria.

 

E tu?

 

Leonardo.

 

Oh, io sono abituato a vegliare. Ma tu! Aspettarmi fino all'alba, , seduta su un gradino! Perchè hai fatto questo? Quando sono rientrato, quando ti ho veduta, avevi un povero viso smorto....

 

Nella sua voce trema una tenerezza inaspettata.

 

Bianca Maria.

 

Tu hai gettato un grido!

 

Leonardo.

 

Non sospettavo che tu fossi , e ti sei levata all'improvviso come un fantasma....

 

Bianca Maria.

 

Io sono sempre come un fantasma, per te. Io ti faccio paura.

 

Leonardo, smarrito.

 

No, no....

 

Bianca Maria, prendendogli la mano.

 

Perchè fuggisti, ieri sera? Io so che fuggisti....

 

Leonardo.

 

Fuggii?

 

Bianca Maria.

 

Anna ti richiamava; e la sua voce era mutata.

 

Leonardo.

 

Mi richiamava? Non intesi....

 

Bianca Maria.

 

E sei rimasto fuori tutta la notte, sino all'alba!

 

Leonardo.

 

Era così bella, la notte; e l'ore mi son passate, nel cammino, rapidamente. La notte del solstizio è breve. E volevo udire all'alba il canto delle allodole.... Ma se avessi potuto pensare che tu m'aspettavi....

 

Bianca Maria.

 

Io t'aspettavo piangendo.

 

Leonardo.

 

Piangendo?

 

Bianca Maria, senza più contenersi.

 

Sì, sì, piangendo tutte le mie lacrime, per te, per te.... Credi tu che io possa vivere ancóra un giorno così? Credi tu che sia possibile reggere ancóra a questa tortura? Dimmi almeno tu quel che debbo fare! Portami via, portami via; o fa che noi rimaniamo soli qui.... Io sono pronta a obbedirti in tutto. Io voglio stare sola con te, come una volta, qui o dovunque. Dovunque io ti seguirò, senza un lamento. Ma presto! Ma presto! Domani! Se tu non vuoi, se tu ritardi, sarà tua la colpa di quel che potrà accadere.... sarà tua la colpa, Leonardo. Pensaci.

 

Leonardo, guardandola in volto, pallidissimo, con la voce strozzata.

 

Dunque tu l'ami? Di', di': quanto l'ami tu? Perdutamente?

 

Bianca Maria, coprendosi il viso.

 

Oh! Oh!

 

Leonardo, quasi demente.

 

Ed egli.... ti ha detto egli che t'ama? Quando? quando te l'ha detto? Rispondi! Credi tu ch'egli t'ami senza rimedio?

 

Bianca Maria, tenendo ancora il viso tra le mani.

 

Oh! Oh! che mi chiedi!

 

Leonardo fa ancora l'atto di parlare; ma si trattiene. S'allontana, qualche passo irresoluto, guarda le porte, guarda la loggia. Torna verso la sorella.

 

Leonardo.

 

Perdonami. Io non ho nessun rancore contro di te. Tu sei senza colpa.... Un duro destino è sopra di noi; e bisogna patire la sua legge di ferro. Tu sei senza colpa. Tu sei pura; è vero, sorella? E tu rimarrai pura; tu non conoscerai nessuna vergogna.

 

Bianca Maria, riprendendo coraggio, gettandogli le braccia al collo.

 

Sì, sì, fratello. Dimmi quel che faremo. Io mi sono votata a te, quando siamo rimasti soli nel mondo: debbo vivere per te solo, nell'avvenire. Dimmi quel che faremo! Io sono pronta.

 

Leonardo.

 

Ti dirò.... ma non qui.... Vuoi che usciamo? Vuoi che andiamo a sederci laggiù.... alla fonte Perseia?

 

Bianca Maria.

 

Usciamo.... Ma laggiù l'odore dei mirti è così forte che iersera mi fece male.

 

Leonardo.

 

Stasera non sarà troppo forte, perchè spira il vento che lo disperde.

 

Bianca Maria.

 

Andiamo.

 

Leonardo sembra che non possa più muoversi, impedito dall'eccesso dell'angoscia. Volge intorno uno sguardo disperato a tutte le cose, come se egli medesimo dovesse guardarle per l'ultima volta.

 

Leonardo.

 

Non hai bisogno.... di prendere qualche cosa.... nella tua stanza?... Non vuoi coprirti il capo?

 

Bianca Maria.

 

No. La sera è calda. Lampeggia, verso il golfo.

 

Leonardo, irresoluto.

 

Forse.... pioverà.

 

Bianca Maria.

 

Dio volesse! Ma dianzi non c'era una nuvola nel cielo.

 

Leonardo.

 

Anche oggi, è vero?, da Fichtia è salita una processione alla cappella del profeta Elia.

 

Bianca Maria.

 

Ho sentito il canto, di lontano.... Perchè mi guardi così?

 

Leonardo, trasalendo.

 

Guardo i tuoi occhi stanchi.... Mi fanno pena.... Hai sonno?

 

Bianca Maria.

 

No, ora non ho più sonno.... Dormirò, più tardi, quando tutto sarà risoluto.... Andiamo. Tu devi dirmi.... Ma a che pensi?

 

Leonardo.

 

A che penso? Oh, un ricordo strano....

 

Bianca Maria.

 

Quale ricordo?

 

Leonardo.

 

Oh, nulla.... una cosa puerile.... Pensavo a quella spoglia di serpe che trovammo per la via, salendo a Micene la prima volta.... Oh, una cosa puerile.... Non so perchè mi sia venuta alla memoria....

 

Bianca Maria.

 

La conservo, sai? L'ho messa tra le pagine d'un libro, come un segno....

 

Leonardo.

 

Ah, la conservi....

 

S'avvicina ancor più alla sorella e abbassa la voce.

 

Dimmi, dimmi: da quanto tempo non hai veduta Anna?

 

Bianca Maria.

 

Da qualche ora.

 

Leonardo.

 

È , nelle sue stanze?

 

Bianca Maria.

 

Credo che sia .

 

Leonardo.

 

Ella non t'ha mai parlato.... ella non t'ha mai parlato di queste cose?

 

Bianca Maria, curvando il capo nel dolore.

 

Sì, sì.... Ella sa; ella soffre....

 

Leonardo.

 

Come? Come t'ha parlato?

 

Bianca Maria.

 

Come una sorella, con la bontà d'una sorella....

 

Leonardo.

 

Ti ha perdonata? Ti ha baciata?

 

Bianca Maria.

 

Sì....

 

Leonardo, tremando, esitando.

 

E lui.... hai tu veduto lui.... da ieri sera?

 

Bianca Maria.

 

No.... Non è qui....

 

Leonardo.

 

Ti ha detto Anna.... dov'egli sia andato?

 

Bianca Maria.

 

A Nauplia.

 

Leonardo.

 

Quando tornerà?

 

Bianca Maria.

 

Stasera, forse: fra poco....

 

Una pausa.

 

Ma che guardi così, dietro di me?

 

Ella si volge, sbigottita, come per vedere se qualcuno sia dietro di lei.

 

Leonardo.

 

Nulla, nulla.... Mi pareva che qualcuno stesse per entrare, da quella porta.

 

Egli indica la porta delle stanze di Anna. Bianca Maria tende l'orecchio.

 

Bianca Maria.

 

Forse ora viene Anna.... Andiamo.

 

Ella prende per mano il fratello e fa l'atto di trarlo verso la porta delle scale.

 

Leonardo.

 

Viene Anna?

 

Egli segue la sorella, col capo rivolto indietro, guardando la seconda porta a sinistra; che s'apre.

 

 

 


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