Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La città morta
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ATTO QUINTO

SCENA UNICA

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SCENA UNICA

 

Presso il margine della fonte, a piè d'un cespuglio di mirti, è disteso il cadavere di BIANCA MARIA, supino, rigido, candido. Le vesti bagnate le aderiscono al corpo; i capelli pregni d'acqua le fasciano il volto in guisa di larghe bende; le braccia sono distese lungo i fianchi; i piedi sono congiunti come quelli delle statue sepolcrali giacenti su le arche. Alessandro, seduto su una pietra, con i gomiti poggiati alle ginocchia e le tempie strette fra le due palme, guarda fissamente la morta, silenzioso, in una immobilità spaventevole. Dalla parte opposta Leonardo è in piedi, addossato a un grande macigno; a cui le sue dita si aggrappano di tratto in tratto, convulse e disperate come le dita del naufrago allo scoglio che emerge dal gorgo. Nel silenzio mortale s'ode lo strepito dell'acqua e il soffio intermesso del vento su i mirti che s'inclinano. D'improvviso, Leonardo si distacca dal macigno e va a inginocchiarsi presso il cadavere della sorella, curvandosi come per toccarla.

 

Alessandro, arrestandolo con un gesto repentino e con un grido imperioso.

 

Non la toccare! Non la toccare!

 

Leonardo, indietreggiando, senza levarsi.

 

No, no, non la tocco.... Ella è tua, ella è tua....

 

Una pausa. Egli guarda il cadavere con una intensità di dolore e d'amore sovrumana. Sembra che il delirio lo assalga. La sua voce è a volta a volta rauca e lacerante, quasi irriconoscibile.

 

Credi tu, credi tu.... che io la profanerei se la toccassi?... No, no.... Ora io sono puro: sono tutto puro.... S'ella ora si levasse, potrebbe camminare su la mia anima come su la neve immacolata.... S'ella rivivesse, tutti i miei pensieri per lei sarebbero come i gigli, come i gigli.... Ah, chi potrà dire, su la terra, di amare una creatura umana come io amo questa? Neppur tu, neppur tu l'ami come io l'amo!... Nessuno amore è eguale al mio, su la terra.... Tutta la mia anima è un cielo per questa morta....

 

La sua voce s'inalza, impetuosa e ardente, come un delirio che cresca; o s'abbassa con un tremito di tenerezza suprema.

 

Chi, chi avrebbe fatto per lei quel che io ho fatto? Avresti tu avuto il coraggio di compiere questa cosa atroce per salvare la sua anima dall'orrore che stava per afferrarla? Ah tu l'hai amata, tu l'hai amata con tutte le forze della tua vita, perchè così ella doveva essere amata, ma tu non sai, tu non sai quale anima ella avesse.... Tutte le bontà della terra e tutte le bellezze - le bellezze che tu stesso non hai sognato ancóra! - erano nella sua anima.... Pareva che ogni mattina, quando si risvegliava, tutti i soffii della primavera passassero su la sua anima e l'intenerissero e la facessero fiorire.... Pareva che ogni sera tutte le più dolci cose del nostro giorno vissuto fossero rimaste nella sua anima come in un vaglio ed ella le mescolasse per me, per offrirmele come si offre un pane.... Ah, così, così, per tanto tempo ella mi ha nutrito; di questo pane ella mi ha nutrito, alla fine d'ogni mio giorno.... Ella sapeva mutare il più tenue dei sorrisi in una grande felicità.... La più piccola delle mie gioie si dilatava nella sua anima all'infinito, all'infinito, come un cerchio nell'acqua calma, sinchè mi dava l'illusione d'una grande felicità.... Ah tu non sai, tu non sai quale anima ella avesse.... Nessuna creatura poteva essere la sua eguale, su la terra.... Non v'era una sola stilla amara in tutto il suo sangue.... Dianzi....

 

Egli s'interrompe sussultando come un uomo malato, la cui carne sia torta da uno spasimo intollerabile.

 

.... dianzi.... tutta la sua tenera vita tremava nei suoi capelli, sotto la mia mano....

 

Egli trema, a terra, così orribilmente, che Alessandro si leva, fa l'atto di andare verso di lui, ma sembra non potersi muovere, ricade su la pietra.  Ah, quando s'è chinata su l'acqua per bere.... Ho udito il primo sorso scorrere nella sua gola.... mi pareva ch'ella bevesse dal mio cuore, che in quel sorso passasse tutto il dolore sofferto, tutta l'esistenza vergognosa, e ogni conoscimento, e ogni memoria, e l'intero essere mio.... Vuoto, vuoto, e cieco ero quando mi sono abbattuto su lei.... La morte stava alle mie spalle e mi premeva con le sue ginocchia di ferro.... Il mondo era distrutto.... Mille secoli.... un attimo.... E io ero su le pietre.... e, nell'acqua agitata ancora dai sussulti, i suoi capelli.... i suoi capelli intorno alla sua testa prona.... Ah, chi, chi avrebbe fatto per lei quel che io ho fatto?... Io l'ho sollevata, io ho riveduto il suo viso.... "Tutto il suo viso batteva tra i suoi capelli come un polso violento" - così, così diceva Anna iersera: ella che l'aveva tenuta nelle sue mani, che l'aveva sentita palpitare nelle sue mani.... E io ho riveduto il suo viso che non batteva più, il suo viso freddo che grondava.... Io ho abbassato le sue palpebre su i suoi occhi.... ah più dolci d'un fiore su un fiore.... E ogni macchia è scomparsa dalla mia anima; io sono divenuto puro, tutto puro. Tutta la santità del mio amore primo è tornata alla mia anima come un torrente di luce.... Ancóra un bene, ancóra un bene da lei, a traverso la morte!... Per poterla riamare così, io l'ho uccisa; perchè tu potessi amarla così sotto i miei occhi, tu non più separato da me, tu senza più crudeltà e senza più rimorso, per questo, per questo io l'ho uccisa.... o fratello, o fratello mio nella vita e nella morte, riunito a me, per sempre riunito a me da questo sacrificio che io ti ho fatto.... Guardala, guardala! Ella è perfetta; ora ella è perfetta. Ora ella può essere adorata come una creatura divina.... Nel più profondo dei miei sepolcri io l'adagerò e le metterò intorno tutti i miei tesori.... A te, a te tutto quel che splende, per sempre a te tutto quel che è puro.... Adorata! Adorata! Se noi potessimo riaccendere con tutto il nostro sangue la tua faccia pallida, per un istante, perchè un solo istante tu aprissi gli occhi, perchè tu ci vedessi, perchè tu udissi il grido del nostro amore e del nostro dolore.... Sorella! Sorella!

 

Egli si curva sopra la morta, chiamandola con un grido iterato e straziante, tendendo le sue mani agitate verso il pallido viso che resta immobile tra le umide fasce dei capelli. Non potendo più resistere a quel grido Alessandro si leva, passa dinnanzi ai piedi del cadavere, va presso l'amico, s'inclina, gli mette una mano su la fronte per sentire quella febbre, per calmare quel delirio che sembra il principio della follia. Leonardo, al contatto, ha qualche sollievo. L'orribile contrattura dei suoi nervi si rilascia un poco; la sua voce si spegne.

 

Lascia che io baci i suoi piedi, i suoi piccoli piedi....

 

Egli si trascina fino ai piedi della morta e vi curva la fronte, rimanendo per qualche tempo nell'atto. Anche Alessandro si prostra, accanto a lui. Nella pausa, s'ode la fonte gemere. Leonardo solleva la fronte, e resta con gli occhi fissi su i piedi inerti.

 

Un giorno ella era su la riva del mare, seduta nella sabbia, con le ginocchia sotto il mento; e, sognando i suoi sogni belli, inviluppava nelle sue trecce sciolte i suoi piedi pieghevoli come due tenere foglie. Il mare dormiva dinnanzi a lei, come un fanciullo innocente, con un respiro leggero....

 

Una pausa. Egli trasale, colpito da un altro ricordo.

 

Ah quel giorno maledetto, dinnanzi al fuoco....

 

Si copre il viso con le mani, e si curva di nuovo sino a terra.

 

Perdóno! Perdóno!

 

Una pausa. Alessandro si volge inquieto verso le rocce del fondo, dove s'apre il sentiero.

 

Alessandro, alzandosi a un tratto in piedi.

 

Un passo! M'è sembrato di udire un passo, , sul sentiero.... Ascolta!

 

Leonardo anche balza in piedi, atterrito. Entrambi tendono l'orecchio, trattenendo il respiro.

 

No. Forse mi sono ingannato.... Forse è il vento tra i mirti.... Qualche pietra forse è rotolata a valle....

 

Leonardo.

 

Non so.... Il cuore mi batte troppo forte, mi stordisce l'orecchio.... Non sento altro....

 

Alessandro va verso le rocce del fondo e spia. Non s'ode se non il gemito roco delle polle.

 

Alessandro, tornando verso l'amico che guarda fissamente il cadavere, e scuotendolo.

 

Ora che faremo? Bisognerà portarla via di qui.... Dove la porteremo? La porteremo nella casa, ora? E Anna.... e Anna.... Che le diremo?

 

Leonardo, smarrito, guardandosi intorno.

 

Anna.... Anna.... Ella m'aspetta, alla stessa ora.... Ella mi promise.... mi promise.... ieri sera....

 

Alessandro.

 

Che ti promise?

 

Leonardo.

 

D'aspettarmi, d'aspettarmi....

 

Alessandro.

 

D'aspettarti? Dove? Perchè?

 

Leonardo.

 

Ella pensava.... Ella voleva....

 

Alessandro.

 

Ella voleva?...

 

Leonardo.

 

Voleva sparire.... sparire....

 

Alessandro.

 

Ah!

 

Una pausa. Entrambi, istintivamente, guardano verso il sentiero tra le rocce, al fondo. S'ode la fonte gemere.

 

Che le diremo? Che faremo, ora?... Vuoi tu rimanere qui?... Io vado.... vado a prendere.... il lenzuolo....

 

Leonardo, stretto da un terrore invincibile.

 

No, no, non andare, non mi lasciare.... Rimaniamo qui, rimaniamo qui ancóra!

 

Alessandro.

 

Ma Anna.... Anna....

 

Egli trasale e si mette in ascolto.

 

Qualcuno viene, qualcuno s'avvicina.... Un passo! Ho udito un passo!... Ah, se fosse....Bisogna nasconderla.... Portiamola , tra i mirti, nel folto.... Leonardo, non mi senti?

 

Egli scuote Leonardo che sembra impietrito.

 

Portiamola , tra i mirti.... Io la prenderò alle spalle.... Piano! Piano!

 

Egli s'inchina per sollevare la morta, dalla parte del capo, mentre Leonardo s'inchina per sollevarla dalla parte dei piedi. In quel momento si ode nel sentiero la voce della cieca.

 

Anna, di tra le rocce del fondo, invisibile.

 

Bianca Maria! Bianca Maria!

 

I due lasciano il cadavere; e si levano, anch'essi pallidi del pallore della morte, irrigiditi dal terrore, senza potersi più muovere.

 

Bianca Maria!

 

La cieca appare tra le rocce, sola, brancolando, nell'ombra. Poichè nessuno risponde, ella fa alcuni passi innanzi, con un'ansietà disperata.

 

Alessandro! Leonardo!

 

Ella s'avanza verso il cadavere, sta per toccarlo col piede, mentre i due restano incapaci di fare un gesto, di proferire una parola.

 

Alessandro, nell'attimo in cui il piede di Anna sta per toccare il cadavere.

 

Férmati! Férmati, Anna!

 

Ma Anna ha sentito il corpo inerte che giace contro i suoi piedi. Ella si piega su la morta, perdutamente, palpandola, finchè giunge al viso, ai capelli ancora impregnati dell'acqua letale. Rabbrividisce per tutte le fibre, al gelo che non è simile ad alcun altro gelo. Gitta un grido acutissimo, in cui sembra esalarsi tutta l'anima sua.

 

Anna.

 

Ah!... Vedo! Vedo!

 

Fine

 


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