Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Elegie romane
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Libro terzo

In San Pietro14.

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In San Pietro14.

Per la profonda nave, che tanta ne’ secoli accolse

anima umana e tanta nube serrò d’aroma,

svolgesi il grave coro da bocche invisibili. Un rombo

l’organo a tratti caccia dalla sua selva ascosa.

Cupo nell’ombra il rombo propagasi giù pesepolcri:

paion tremar dall’imo le portentose moli.

Vegliano al sommo i magni pontefici benedicendo:

stanno alle ferree porte gli angeli ed i leoni.

Come solenne il canto! Dall’onda eguale una voce

levasi, con un alto melodioso grido.

Piange la voce, e al mondo rivela un divino dolore.

Sgorgan le note, calde, quasi lacrime.

Piange la voce, sola. Non ode nel gelido sasso

il Palestrina? Sola piange la voce; e al mondo

narra un divin dolore. Non ode il sepolto? Non balza

l’anima sua raggiante su l’ideali cime,

quasi colomba alzata a vol su pinnacoli d’oro?

Piange la voce, sola, nel silenzio.



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