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Per la profonda nave, che tanta ne’ secoli accolse
anima umana e tanta nube serrò d’aroma,
svolgesi il grave coro da bocche invisibili. Un rombo
l’organo a tratti caccia dalla sua selva ascosa.
Cupo nell’ombra il rombo propagasi giù pe’ sepolcri:
paion tremar dall’imo le portentose moli.
Vegliano al sommo i magni pontefici benedicendo:
stanno alle ferree porte gli angeli ed i leoni.
Come solenne il canto! Dall’onda eguale una voce
levasi, con un alto melodioso grido.
Piange la voce, e al mondo rivela un divino dolore.
Sgorgan le note, calde, quasi lacrime.
Piange la voce, sola. Non ode nel gelido sasso
il Palestrina? Sola piange la voce; e al mondo
narra un divin dolore. Non ode il sepolto? Non balza
l’anima sua raggiante su l’ideali cime,
quasi colomba alzata a vol su pinnacoli d’oro?
Piange la voce, sola, nel silenzio.