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III
Ma Non in te mi placo (nel solstizio
non spriemo pe’ tuoi Mani il miel dal fiaro
né, Mavorzia, la vittima preparo
obesa e immacolata al sacrifizio)
ché di tutti i tuoi segni uno è propizio
alla mia vita, uno al mio sogno è caro:
il braccio dell’eroe, dinanzi al Faro,
su dal sangue che arrossa il mare egizio.
Cesare tuo grifagno, onde tu ardi,
contra gli uomini e contra la tempesta
solo si scaglia a nuoto; e tu lo guati.
Ei tuffa il capo al sibilo dei dardi
ma sempre ha in pugno il libro della gesta
immune sopra i flutti e sopra i fati.