IV

In Queste grandi imagini mi spoltro.

Canta il gallo: a qual guerra, a qual fatica?

Per fender l’Agro, càssida e lorica

ho già converso in vomero et in coltro.

Aggravando la stegola m’inoltro

pel tuo deserto che non sa la spica.

Ecco nell’elce ridere Marica,

il Rutulo balzar sul caval poltro.

Tutto a me vive ne’ tuoi campi scissi.

M’avvampa il volto per le fenditure

l’ardor della bellezza ch’io presento.

S’apra il mio solco in fauce a rapimento,

Madre, e per le tue nuove creature

con l’impeto di Curzio io m’inabissi!