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II
Lorenzo, è cotta l’uva in Mucciafora
corcata a solatio nel suolo arsiccio
o pendula per l’agile viticcio
dalla canna che ai vènti più non plora.
Te la colgan le dita dell’Aurora
e te la pongan folta sul graticcio
ove si muta il grappolo nericcio
in porpora di re, che il vin colora.
Pel tuo bel colle ogni filare, vedi?,
compreso tra i due termini di pietra,
con non chiuse ghirlande orna il pianoro.
Odi? Tra Puglia e Montegiovi in coro,
come su’ nervi d’una cava cetra,
palpita il ditirambo del tuo Redi.