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V
Apparita nel cielo è fra un groviglio
di nuvoli la faccia di Medusa.
E tutto, dell’atroce onda profusa
dal mozzo collo, il vespero è vermiglio.
Nera la selva sta su l’aspro ciglio
come muraglia di basalto chiusa.
Porta alle genti ree l’Arno l’accusa
che Dante enfiò ne’ crucci dell’esiglio?
Vòltola fango e sangue il tristo fosso.
Un cadavere contra ogni macigno
urta con sordo tonfo, e il corso ingombra.
Sette fiumane colorate in rosso
vi traboccano, e sì lo fan sanguigno.
E il Marzocco ferito urla nell’ombra.