Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
La figlia di Iorio
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ATTO PRIMO

Scena quarta

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Scena quarta

 

Le donne porteranno sul capo una canestra di grano adorna di nastri variati e sul grano un pane e fitto nel pane un fiore. Ornella e Favetta prenderanno le estremità della banda vermiglia, cui rimarran poggiati il bidente forbito e la conocchia col pennecchio; e le terranno in pugno a precludere il passo.

 

TEÒDULA DI CINZIO: Ohé, chi guarda il ponte?

 

FAVETTA E ORNELLA: Amore e Ciecamore.

 

TEÒDULA: Io passare lo voglio.

 

FAVETTA: Voler non è valore.

 

TEÒDULA: Ho pur passato il monte,

ho pur passato il piano.

 

ORNELLA: La piena ha rotto il ponte,

il fiume va lontano.

 

TEÒDULA: Passami con la barca.

 

FAVETTA: La barca mi fa acqua.

 

TEÒDULA: Ti do io stoppa e pece.

 

ORNELLA: La barca ha sette falle.

 

TEÒDULA: Ti do sette tornesi.

Passami con le spalle.

 

FAVETTA: No, no, non mi conviene.

E dell'acqua ho pavento.

 

TEÒDULA: Passami con le schiene.

Ti do un tarì d'argento.

 

ORNELLA: È poco: otto baiocchi.

Non basta pel ristoro.

 

TEÒDULA: Su, nùdati i ginocchi.

Ti do un ducato d'oro.

 

(La donna darà una moneta a Ornella, che la riceverà nella palma sinistra, mentre le altre portatrici di canestre sopraggiunte si aduneranno sul limitare. I due sposi resteranno seduti su i trespoli aspettando in silenzio. Candia e Splendore esciranno dalla stanza nuziale).

 

ORNELLA E FAVETTA: Passate, Signoria,

con vostra compagnia.

 

(Ornella riporrà in seno il tributo e toglierà la conocchia. Favetta toglierà il bidente, poggiando contro gli stipiti i due emblemi rurali. Ornella trarrà verso di sé la cintura che, agitata, serpeggerà nell'aria come un vessilletto. Le donatrici entreranno l'una dopo l'altra, in fila, con le canestre sul capo).

 

TEÒDULA DI CINZIO: Pace a te, Candia della Leonessa.

Pace al figlio di Lazaro di Roio.

Pace alla sposa che gli ha dato Cristo.

 

(Ella deporrà la sua canestra ai piedi della sposa; prenderà un pugno di grano e lo spargerà sul capo di lei; ne prenderà un altro pugno e lo spargerà sul capo del giovine).

 

Questa è la pace che vi manda il Cielo.

E che i capegli vi si faccian bianchi

su l'istesso guanciale, in gran vecchiezza!

E che tra voi non sia colpa e vendetta,

non sia menzogna, né cruccioguasto,

per , sino all'ora del trapasso!

 

(La seguente ripeterà la cerimonia; le altre resteranno in fila aspettando la lor volta, con le canestre sul capo. L'ultima, la madre della sposa, starà ancóra presso la soglia, soffermata; e col lembo del grembiale si asciugherà le gocce del sudore e del pianto. Crescerà la sciarra dei mietitori e sembrerà avvicinarsi. Vi si mescerà, or sì or no, il suono delle campane).

 

LA CINERELLA: Questa è la pace e questa è l'abondanza.

 

(Scoppieranno d'improvviso grida di donna nell'aia riarsa).

 

LA VOCE DELLA SCONOSCIUTA: Aiuto, per Gesù Nostro Signore!

Gente di Dio, gente di Dio, salvatemi!

 


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