Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Intermezzo
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Le adultere

Elena 14.

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Le adultere

Elena 14.

Ἑλένα‚ τᾶς πάντες ἐπ᾿ ὄμμασιν ἵμεροι ἐντί.

Le vele eran di porpora splendenti

come fiamme; d’avorio era la prora

scolpita; la carena era sonora

come il legno vocal de gli stromenti.

I fastigi dei monti come ardenti

roghi su gli ellesponti ardeano ancóra

al vespro più vermiglio de l’aurora,

aulente di remote isole aulenti.

Alfin disparve l’ultimo fastigio.

Ma, tutta al suo voluttuoso esilio

data, non sospirò la bianca Amante.

Languido sotto il bello elmetto frigio,

Alessandro dicea: — Palagi d’Ilio,

oh in alta stanza letto ampio raggiante!…



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