Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Intermezzo
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Le adultere

Ennia Giunia

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Ennia Giunia

Concha Lucrini delicatior stagni…

Saturo l’epa, lungo su la cline

dorme sonni pacati il consolare

(Nerone Claudio è in Grecia per le gare

dei citaredi e s’inghirlanda il crine).

A quando a quando un fiato le cortine

e i velari di croco agita: rare

gemon le stille ne le conche: appare

un’erma fra le rose prenestine.

Ma ne l’ombra del portico lunense

passa Ennia Giunia da la siria stola,

che in un convito già piacque a Nerone.

Sosta e cupida guarda l’atriense

Poside da la chioma di viola,

Poside bello come Endimione.



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