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Contentiam nostri appetiti.
Ne le botteghe di Maestro Dino
fin da l’aurora l’opere son pronte.
Arde e suda la calva onesta fronte
or su lo smalto roggio or su ’l bulino.
Ozia Mona Castora. Nel mattino
glorioso d’april, lungh’esso il Ponte
ove per l’Amidea fu Buondelmonte
morto, ha faccende il popol fiorentino.
Ride Mona Castora al giovin Lapo
che male apprende l’arte del niello
e ben sa quella di portare il tòcco.
Ma il buon maestro non mai volge il capo
mentre esce viva sotto il suo cesello
La Gòrgone dal pomo d’uno stocco.