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Sventura volle che in donna di
sì grande animo e di sì ornato
sapere ardesse uno ismisurato
Ne l’alta stanza, ove al gran gesto truce
del duca urlò poi stette il cavaliere
Troilo impietrato, s’ode ora cadere
grave il silenzio per la cupa luce.
La notte su da gli orti non v’adduce
fiato. Stan, come piombo, le portiere
immote; immota sta su ’l candeliere
la fiaccola. Una spada a terra luce.
Da l’aperto verone quel ciel puro
scintilla cui mirò Lelio Torelli
cantando la ballata del Caccini.
Sola nel letto come tomba oscuro,
presa il collo nel laccio, tra i capelli
neri sta, livida, Isabella Orsini.