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I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
I
Or così fu; pe ’l bosco andando. Era sottile
la mia compagna e bionda. Su la nuca infantile
due ciocche avean quegli ignei luccicori vermigli
che dà a le chiome antiche il Tadema. Tra i cigli
lunghi gli occhi avean l’iride verde risfavillante
di mille atomi d’oro. Da l’alta erba odorante
ella sorgeva eretta come un vivente stelo.
Andavamo pe ’l bosco, soli. Grandi su ’l cielo
gli alberi parean fusi nel bronzo; ma di sotto
a le scorze, passando, udivamo interrotto
ascendere il pugnace fremito de le linfe
e il romper de le gemme anche udivamo.
— O ninfe
amadriadi, occulte ne le estreme radici,
non voi dunque cantaste su ’l passaggio gli auspìci
a l’amore? —
Io guardava Yella, muto. Le acerbe
risa di lei, tra ’l vasto fluttuare de l’erbe
al vento, sotto i dòmi alti de la verdura,
squillavano. Ed al riso le si schiudea la pura
chiostra de i denti, al riso l’arco de la gengiva
quasi ferinamente rosso le si scopriva.
Io guardava aspirando voluttuosamente;
poi che il corpo di lei esalava un ardente
profumo, come un frutto maturo. Una serena
anima era nel bosco sparsa; ma in ogni vena
a me correva l’aspro vin de la giovinezza…
Oh freschissime risa tintinnanti a la brezza
del vespro, salutanti dal bel grembo selvaggio
di un bosco il morituro sol di calendimaggio!