Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Intermezzo
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Eleganze

Venere d’acqua dolce 31.

III

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III

E così tante volte io su quel grande

talamo d’erbe amai la fluviale

Venere nova, sotto le ghirlande

appese da l’Estate al nuziale

palagio cui cingea di belle bande

aurine il Sole e il Vento musicale

rallegrava di facili melodi

con arboree cetre in vari modi.

Più ricco del laurifero Peneo

dove l’ansia del Cintio fu delusa

da le frondi, più fiero de l’Alfeo

che proseguì la cerula Aretusa

e strinse l’invisibile imeneo,

più puro del Cefiso ove diffusa

regnò la luce de le Grazie immerse,

quel fiume a me tutti i suoi doni offerse.

E primo donodono più divino

d’ogni altro — il fiore che da lui fioria!

Non sorgeva ella forse ogni mattino

da la purezza de la correntia

come l’Anadiomene dal marino

gorgo? Talor di sùbito apparia

così bella nel solco del mio remo

ch’io per l’intime vene ancóra tremo

se ripenso la gioia folgorante

che m’invadea, mista d’un sovrumano

orgoglio, quando il suo corpo stillante,

impregnato del fresco odor fiumano,

era su le mie braccia palpitante

d’amore. Il giovanetto cipriano

tal non recava su le braccia ardite

verso un letto d’anemoni Afrodite?

Oh pel rossore vesperal ritorni,

con remeggio lentissimo, a la foce!

Cantava ella; e viveano i suoi soggiorni

di favolosa vita a la sua voce.

Non io le ninfe e i satiri bicorni

scorsi lungo le rive ed il feroce

stuol de gli ippocentauri in sonore

fughe perdersi a monte pel rossore?

E vissi anch’io la vita favolosa

lungo le rive d’un terrestre fiume!

Il mio cuore fiorì come una rosa

a l’aura immensa ed a l’immenso lume.

Io mi chiedea: — Vi fu mai nubilosa

stagione? Sceser mai le fredde brume

da le stelle? Oscurarsi può su ’l mondo

il Sole? — Tutto eterno era e giocondo.

Ella cantava l’inno unico immenso

de la Gioia; e pareva che un mistero

sacro mi rivelasse. Un altro senso,

qualcosa di raggiante e di leggero,

si diffondea ne le mie vene. Io penso

fosse qualcosa de l’antico Omero.

In lei cantava l’anima infinita

de la Terra a le fonti de la Vita.


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