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II 33.
Principe un tempo amai sotto aurorali
cieli donne possenti in un paese
ricco d’antiche selve circomprese
da meandri di fiumi imperiali.
E fui pugnace; ed infiniti mali
addussi ai vinti ne le mie contese;
e più d’un rogo la mia mano accese
per l’orgia ne le sere trionfali.
Dove e quando colui che froda e langue
in vili amori, èbbesi de la Terra
una sì fiera vision vermiglia?
Dove e quando poté, de l’ostil sangue
deterso, al letto suo preda di guerra
trarre, o dio Sole, l’ultima tua figlia?