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III 57.
S’io fossi mai, crudele Marchesana,
da ’l lungo obliquo mite occhio vetrino
animante un candor di porcellana,
vedreste su ’l ventaglio in una strana
primavera fiorir sotto il mio fino
pennello, come a li orti di Pekino,
rami di thè, d’aglaja e di banana.
Passano in vece per la nera seta
le rondini d’argento a vol disperso,
(lungi son le moschee) con la fortuna…
ne la prosa domato, ancora il verso
per voi fiorisce, o Marchesana bruna.