Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
Isaotta Guttadauro ed altre poesie
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SONETTI DELLE FATE

ORIANA

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                       ORIANA

Orïana tenea l’incantamento.
Giacean, ebri d’assai dolci veleni,
ne l’antro i prodi; e larga di sereni
sogni la Luna era a l’umano armento.

Pascean su ’l limitare i palafreni
meravigliosi, li émuli de ’l vento:
battean la lunga coda in moto lento
a la coscia, e nitrían per li alti fieni.

Giunse Amadigi a l’antro solitario,
tutto de l’armi splendide vestito;
e tre volte suonò, ne ’l muto orrore.

Quindi, rompendo il magico velario
che l’edera tessea, con quell’ardito
gesto egli prese ad Orïana il cuore.
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