Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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Al libro detto Isottèo 1.

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Al libro detto Isottèo 1.

palagio d’oro, nobile magione

de la Speme, de ’l Riso e de’ Piaceri,

ove sotto i belli archi alti e leggeri

danzano i Sogni cinti di corone;

selva d’oro ove Amor, nudo garzone,

con i Desiri, cupidi sparvieri,

con i Peccati, veltri agili e neri,

attende a la sua dolce cacciagione;

fonte d’oro ove candidi e tranquilli

vanno i cigni di Venere per torme

facendo a ’l dorso calice de l’ale;

o mio libro, convien che più sfavilli

sonante il verso e più ridan le forme

quando Isaotta Guttadàuro sale.


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