Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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I. Il dolce grappolo2.

I 2.1

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I. Il dolce grappolo2.

I 2.1

O Madonna Isaotta, il sole è nato

vermiglio in cima a ’l bel colle d’Orlando:

ei su’ vostri balconi ha ravvivato

le rose che morìan trascolorando.

Sorga da l’ampio letto di broccato

or la vostra beltà lume raggiando.

O Madonna Isaotta, il sol che v’ama

con un lucido cantico vi chiama;

e gridano i paoni a quando a quando.

Udite voi salir nostre preghiere

o ancor vi tiene il Sonno in tra le braccia?

Dolce sarebbe a’ nostri occhi vedere

i primi raggi su la vostra faccia

ove il trapunto lin de l’origliere

ne la notte lasciò sua rosea traccia.

Palpita il vostro sen con più veloce

ansia a’ richiami de la nostra voce

mentre la fante il busto alto v’allaccia?

«Levasi a lo mattin la donna mia

ch’è vie più chiara che l’alba del giorno,

e vestesi di seta Caturìa,

la qual fu lavorata in gran soggiorno

a la nobile guisa di Surìa»,

canta l’Antico ne ’l poema adorno.

«Il su’ colore è fior di fina grana,

ed è ornato a la guisa indiana;

tinsesi per un mastro in Romania

Levasi da ’l gran letto in su l’aurora

la mia donna; e la sua forma ninfale

tra le diffuse chiome a l’aria odora

e a ’l sol risplende più bianca de ’l sale.

Tutta di gocce tremule s’irrora

ne ’l lavacro di marmo orientale.

Miran le statue a torno quella pura

forma e tessuta ad arte in su le mura

ride la greca favola d’Onfale.

Ridono i fatti di Venere dia

su ’l cofano di cedro, alto lavoro

d’artefici maestri di tarsìa,

che sta ne ’l mezzo d’un bacile d’oro;

ove con signorile atto la mia

donna gitta incurante il suo tesoro

di smeraldi, rubini e perle buone

che piovon come per incantagione

sovra il metallo nitido e sonoro.

Ella, composta in vago atteggiamento,

a mezzo della rara conca emerge;

e la fante con anfore d’argento

pianamente d’ambrate acque l’asperge.

A ’l diletto ella freme, e con un lento

gesto la chioma rorida si terge.

Come tondi i ginocchi e come bianchi!

Han da ’l respiro un dolce moto i fianchi

e il petto ad ogni brivido s’aderge.

O Madonna Isaotta, è dura cosa

ir le beltà non viste imaginando.

A voi conviene omai d’esser pietosa

poi che da tempo in van prego e dimando.

La bocca picciolella ed aulorosa,

la gola fresca e bianca in fine quando

concederete a ’l bacio disiato?

O Madonna Isaotta, il sole è nato

vermiglio in cima a ’l bel colle d’Orlando. —


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