Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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III. Isaotta nel bosco

Ballata quinta 8.

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Ballata quinta 8.

Riprendemmo la via, con i ginnetti

ch’eran più vivi e più giocondi. Al corso

anelavano; e il morso

tingean di calda bava, scalpitando.

Ora la selva, innanzi a li occhi nostri,

misteriosa e grave,

ergeva i tronchi e i rami a ’l ciel maggiori;

e, lunga componendo ala di chiostri,

volgeasi in ampia nave,

qual dòmo, o spaziava in alti fòri.

Avea cupi romori.

Ella disse: — Non dunque tal sentiere

mena a ’l loco soave

u’ la Bella, aspettando il Cavaliere,

dorme sepolta in tra le chiome flave

che crebbero per mille primavere? —

Ond’io sorrisi. Ed ella: — Or quali amori

sogna colei ne l’animo, aspettando? —




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