Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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III. Isaotta nel bosco

Ballata sesta 9.

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Ballata sesta 9.

Non sogna — io dissi. Ed ella: — Io so che un giorno

venne il sire a fugar da que’ cari occhi

l’incanto, ed a ginocchi

baciò la rara mano, supplicando.

Ei parlò di tesori e di castella,

di terre ismisurate,

d’omaggi e di diletti senza nome.

Lucidamente arrisegli la Bella,

dicendo: «Voi mi fate

onor grande, o mio sire. Ma pur, come

sorga l’alba, le some

voi leverete, a ritrovare l’orme.

Altre plaghe ho regnate!

Eranmi schiavi li astri in lunghe torme;

e in tal regno le feste ho celebrate

de’ suoni de’ colori e de le forme

Disse; e di nuovo arrise, ne le chiome

ampie, come in un gorgo, profondando. —




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