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Non sogna — io dissi. Ed ella: — Io so che un giorno
venne il sire a fugar da que’ cari occhi
baciò la rara mano, supplicando.
Ei parlò di tesori e di castella,
di terre ismisurate,
d’omaggi e di diletti senza nome.
Lucidamente arrisegli la Bella,
onor grande, o mio sire. Ma pur, come
voi leverete, a ritrovare l’orme.
Eranmi schiavi li astri in lunghe torme;
e in tal regno le feste ho celebrate
de’ suoni de’ colori e de le forme.»
Disse; e di nuovo arrise, ne le chiome
ampie, come in un gorgo, profondando. —