Gabriele D'Annunzio: Opera omnia
L'isotteo
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III. Isaotta nel bosco

Ballata decima 13.

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Ballata decima 13.

Surse pronto il re musico; ed il lesto

piè mosse in cerca de ’l beato giglio.

E a l’antico giaciglio

di Vigorina giunse trepidando.

Vide lo stelo e vide anche l’anello;

e lo stel ne ’l cerchietto

pareva il dito fragile e mortale

d’una ninfa cangiata in arboscello.

Ma il sire, a tal conspetto,

non osò porre la sua man regale

su l’anello fatale;

poiché, da quando l’erbe a Vigorina

furon fiorito letto,

il giglio erasi aperto a la divina

luce, non più da ’l calice constretto;

e Astìoco, in tòr la pietra alabandina,

infranto avrebbe il giglio verginale

che a ’l sol ridea, si dolce palpitando. —




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